Il Consiglio Affari Energia dell’Ue, riunito a Lussemburgo, ha adottato a maggioranza qualificata l’approccio generale sul regolamento per il ripristino degli ecosistemi.
La proposta mira a mettere in atto misure di recupero che riguarderanno almeno il 20% delle terre emerse e il 20% delle aree marine dell’UE entro il 2030, e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050. Stabilisce specifici obiettivi e obblighi giuridicamente vincolanti per il ripristino della natura in ciascuno degli ecosistemi elencati , dai terreni agricoli e forestali agli ecosistemi marini, d’acqua dolce e urbani.
Gli Stati membri sono pronti a negoziare con l’Europarlamento, una volta che gli eurodeputati abbiano raggiunto una posizione comune. Hanno votato contro o si sono astenuti Italia, Polonia, Belgio, Paesi Bassi, Austria, Svezia e Finlandia. I Paesi a favore sono stati 20.
Quindi hanno espresso parere contrario sette Stati contro venti, per una percentuale di popolazione del 33,87% contro il 66,13%. Nonostante le molte riserve in patria, la presidenza svedese è riuscita a raggiungere il consenso su un testo che introduce un lungo elenco di flessibilità rispetto alla proposta della Commissione europea e il suo impegno a presentare una relazione dopo l’entrata in vigore del regolamento in cui compie una panoramica di tutte le risorse finanziarie disponibili a livello Ue per le azioni di recupero degli ecosistemi.