«In Italia abbiamo, secondo le stime, un soprannumero di oltre un milione di cinghiali, una cifra in aumento e non in diminuzione. Abbiamo già attivato la commissione con Ispra e altri esperti e contiamo, entro la prima decade di luglio, di predisporre e sottoporre il Piano straordinario di cattura e abbattimento dei cinghiali». Lo ha detto il commissario straordinario alla peste suina africana, Vincenzo Caputo, in audizione in Commissione agricoltura della Camera, in merito all’evoluzione della situazione epidemiologica e alle nuove iniziative per l’eradicazione della malattia.
Al Paese, ha precisato Caputo, «manca un sistema di regolazione pubblica di questi animali. Abbiamo circa 600.000 addetti alla caccia, di cui alcuni abilitati anche alla caccia al cinghiali, ma questo non ci consente una eradicazione efficace della malattia. Stiamo lavorando per portare il Paese a una bioregolazione della presenza di questa specie, per eradicare in tempi ragionevoli anche la malattia».
Il decreto legge 75 del 22 giugno 2023 ha introdotto importanti novità sulle misure di contrasto alla Peste suina. «La conversione in legge del decreto – per Caputo – può essere occasione straordinaria per individuare un bioregolatore come figura di pubblico servizio deputata a questo, avvalendoci anche del mondo venatorio e di tutte le figure addette per creare un piccolo esercito per fronteggiare il fenomeno».
Dobbiamo poi «rafforzare fortemente la sorveglianza attiva della malattia, e quindi serve una rivisitazione dei Piani regionali di depopolamento che il commissario intende prendere in mano nei prossimi giorni». Di fronte a questo problema, ha concluso il commissario, «siamo partiti da un iniziale scoraggiamento collettivo, anche per via di posizioni distanti. Ora possiamo dire che la peste suina è riconosciuto come problema nazionale. Ma non possiamo sognarci di proclamare uno stato di emergenza nazionale, perché sarebbe un disastro epocale ai fini della filiera».