Un prezioso patrimonio di biodiversità agraria, di flora e fauna, ricchezza paesaggistica e salubrità. Parliamo della Basilicata, da sempre in prima linea in tema di tutela e valorizzazione del patrimonio di agrobiodiversità genetico e culturale, tramandato per secoli dagli agricoltori locali e fondamentale per affrontare le sfide future dettate dai cambiamenti ambientali in atto.
Una cultura agricola custode del patrimonio genetico
In Basilicata, una delle poche regioni italiane che si è dotata di una specifica legislazione di settore, ci si è concentrati sulla conservazione delle risorse genetiche in agricoltura, nonché sul recupero di diverse specie autoctone, sulla loro propagazione e coltivazione su più larga scala e sulla commercializzazione dei relativi prodotti, sia a livello nazionale che internazionale, essendo la loro qualità indice diretto proprio della biodiversità lucana.
9 razze animali e 284 varietà di specie di fruttiferi, olivo, vite, ortive e cereali sono iscritte nel repertorio delle risorse genetiche autoctone di interesse agricolo e su altre centinaia specie vegetali di interesse agrario si stanno effettuando ulteriori accertamenti; 40 centri di conservazione in situ e 5 ex situ, sono già iscritti nell’elenco dei siti regionali ed altri 14 sono in corso di accreditamento; una banca del germoplasma ed una fittissima rete di agricoltori-custodi sono uniti da specifici itinerari.
Un progetto per lo sviluppo agricolo sostenibile
È appurato che in Basilicata sia possibile la crescita sostenibile di essenze autoctone di pregio, la tutela di queste dal rischio di erosione genetica, ma anche impiantare altre essenze, in quanto il territorio ha un aspetto ecosistemico pressoché integro.
È quanto è emerso dalle conclusioni del progetto «La biodiversità del sistema delle aree protette regionali per lo sviluppo sostenibile del comparto agricolo». Il progetto ha prodotto una puntuale analisi ecosistemica finalizzata alla conservazione in situ di 10 specie di interesse individuate, scelte per la sperimentazione ed estrapolate dal catalogo regionale della biodiversità: per le specie arboree parliamo di Pero Spadona estivo, Melo Majatica, Fico dottato, Ciliegio Majatica, Susino Cascavella Gialla; per le erbacee si tratta di Finocchio semiselvatico, Timo, Santoreggia, Origano, Valeriana.
Il capofila della sperimentazione è Exo-Ricerca, organismo senza scopo di lucro nato dall’aggregazione di PMI ed operante nel settore della ricerca industriale, di base e dello sviluppo sperimentale.
La sfida principale del progetto era quella di verificare e favorire la conservazione delle risorse genetiche e la salvaguardia delle specie attraverso il loro recupero, la caratterizzazione, lo studio ecosistemico degli areali di diffusione e la conservazione in situ, attraverso azioni di sensibilizzazione sul territorio stesso, in un’area vasta ricompresa nei due Parchi regionali scelti: quello di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane (nel Potentino) e quello della Murgia Materana (in provincia di Matera).
Sette i Comuni interessati, così come sette sono state le aziende dichiaratesi disponibili ad allestire dei piccoli impianti colturali per la sperimentazione sui loro terreni, dicendosi interessate a coltivarle per diversificare la loro produzione.
Le fasi del progetto
Conclusosi nel 2021, il progetto ha visto la realizzazione di impianti colturali negli orti botanici dei parchi regionali scelti per la sperimentazione, con tanto di pannelli con stampa in quadricromia, corredato di QR code di approfondimento sulle notizie botaniche, con il fine divulgativo e della conoscenza delle varie specie arboree ed erbacee presenti.
L’azione è partita nel 2018 e si è svolta mediante una prima fase di interviste agli agricoltori presenti sul territorio e da una seconda che ha censito la letteratura scientifica esistente; i dati hanno poi consentito il rilevamento puntuale finalizzato alla mappatura dei possibili areali di conservazione.
Per realizzare la mappatura dei territori vocati, sui campi sperimentali sono stati dunque studiati i dati cartografici da telerilevamento, effettuando una comparazione tra il 2006, il 2012 e il 2018, con risultati sorprendenti: l’ecosistema nel corso dei dodici anni si è mantenuto abbastanza stabile, con poche variazioni del paesaggio e un’omogeneità degli areali. Un dato assolutamente ottimale e incoraggiante nel poter ospitare le specie esaminate nel progetto, in una triplice direzione: presidiare attivamente il territorio impiantando specie autoctone, immettere sul mercato prodotti di eccellenza al di fuori del mercato di massa, sperimentare l’introduzione delle essenze, nel ciclo produttivo delle aziende agricole, nell’ottica della multifunzionalità come ulteriore possibilità di integrazione al reddito.
«La conoscenza dello stato di salute dei territori e delle loro connessioni è stata per noi una condizione fondamentale per orientare gli interventi di riqualificazione e di analisi di qualità ambientale connessi alla qualità delle componenti naturalistiche e, di conseguenza, delle produzioni agronomiche – dichiarano da Exo Ricerca – Queste informazioni ci hanno consentito, successivamente, attraverso l’applicazione di criteri di ordine paesaggistico/strutturale e di ordine biologico/funzionale, di individuare gli elementi del sistema ecologico esistente, di comprendere i suoi possibili scenari futuri e di poter offrire linee guida di sviluppo più adeguate alla salvaguardia e alla riqualificazione degli ambiti naturali e, di conseguenza, delle singole specie vegetali e animali che compongono quel dato ecosistema».
Il valore nutrizionale delle specie tutelate
Parallelamente, il progetto si è posto l’obiettivo della conservazione ex situ delle specie, attraverso il conferimento presso la banca del germoplasma dell’Università Tor Vergata, affinché si investigasse a livello molecolare, attraverso analisi genetiche, biochimiche e di potere nutraceutico.
Il Dipartimento di biologia dell’Ateneo ha ricevuto, nel corso di due raccolti (2020 e 2021), foglie, frutti e semi provenienti dai campi di sperimentazione. In linea generale, le specie da frutto hanno mostrato una variegata presenza di composti fenolici, mentre le specie aromatiche una vasta gamma di molecole sia di origine fenolica che terpenica.
Fenoli e flavonoidi, come è noto, sono tra le più note e efficaci molecole antiossidanti naturali, insieme con i terpeni. Questi metaboliti secondari sarebbero, quindi, i principali responsabili dell’effetto biologico che alimenti vegetali e spezie, introdotte tramite la dieta, eserciterebbero sui loro consumatori.
Frutta e specie aromatiche ad elevato contenuto in metaboliti secondari rappresentano, pertanto, cibi altamente nutraceutici, ovvero con potenziale capacità benefica nei confronti della salute umana. Da un punto di vista biologico-nutrizionale, dunque, i risultati della ricerca sono eccellenti.
Il progetto “La biodiversità del sistema delle aree protette regionali per lo sviluppo sostenibile del comparto agricolo” è stato finanziato dal Programma di sviluppo rurale della Basilicata 2014-2020, attraverso la misura 10, sottomisure 10.2 “Conservazione e uso sostenibile delle risorse genetiche in agricoltura” e 10.2.1 “Sostegno per la conservazione, l’uso e lo sviluppo sostenibili delle risorse genetiche in agricoltura”.
Risultati del progetto
- Realizzazione della mappatura dei territori vocati per le specie scelte.
- Conservazione negli orti botanici dei due Parchi Regionali le specie scelte.
- Sperimentazione dell’introduzione di tali essenze, nel ciclo produttivo delle aziende agricole, nell’ottica della multifunzionalità come ulteriore possibilità di integrazione al reddito.
Partner del progetto
Coordinatore: EXO-Ricerca (dott. Gennaro Mecca)
Partner accademico per analisi genetiche, genomiche e sanitarie e costituzione di banche dati di materiale biologico: Lab. di Botanica UniTorVergata (prof. Angelo Gismondi)
Partner istituzionali: Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, Parco della Murgia Materana
Aziende e professionisti esperti
Analisi ecosistemica: Dott.ssa Sebastiana Milito, Dott.ssa Elena Claps, Dott.ssa Donatella Oppido, Dott.ssa Chiara Gerardi, Ing. Donato Labella
Orti botanici: Nuova Atlantide Scarl
Studi, ricerche e indagini sullo stato di conservazione: Renovo Srl
Informazione, pubblicità e produzione di materiale informativo: Novalab Srl
Aziende e localizzazioni della sperimentazione
Az. Agr. Debona Angelica Accettura (Mt) Frassino
Az. Agr. Delorenzo Giuseppe Cirigliano (Mt) Serra
Az. Agr. Lorenzo Antonio Tricarico (Mt) Monteleone
Az. Agr. Mecca Gennaro Filiano (Pz) Tittarella
Az. Agr. Officiene San Mauresae San Mauro Forte (Mt) Marzano
Az. Agr. Pessolani Antonio Calvello (Pz) Giosano aia vecchia
Az. Agr. Trivigno Giovanna. Trivigno (Pz) Morrone