La Guardia di finanza di Pescara, diretta e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) della Procura di L’Aquila, il 26 settembre ha dato il via all’operazione «transumanza» per truffe all’Unione europea finalizzate a intascare milioni di euro di fondi pubblici per pascoli inesistenti.
Sono 75 i soggetti e gli enti coinvolti, con 25 misure cautelari personali, 16 perquisizioni e sequestri preventivi in esecuzione, anche grazie ai mezzi aerei del reparto operativo aeronavale di Pescara, in tutta Italia, tra Abruzzo, Puglia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Campania.
Le indagini sono durate 2 anni, con i finanzieri che hanno effettuato acquisizioni documentali, intercettazioni di oltre 100.000 conversazioni, 8.000 interrogazioni alle banche dati e accertamenti bancari su più di 270 conti correnti. Il pool investigativo ha così tratteggiato l’esistenza di un sodalizio criminale dedito alla perpetrazione, con l’aggravante mafiosa, di frodi a danno del bilancio nazionale e comunitario, che sarebbe stata attuata mediante indebite richieste di contributi per il Fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga) nel settore della politica agricola comune.
Per truffare Bruxelles, l’associazione per delinquere avrebbe simulato il possesso dei requisiti necessari per ottenere la disponibilità di terreni e di corrispondenti titoli Pac, rilasciati gratuitamente dalla riserva nazionale dei titoli ai nuovi giovani imprenditori agricoli. Secondo gli investigatori, le nuove imprese agricole fittizie sarebbero state in combutta con altrettante società cooperative agricole o associazioni temporanee di imprese, costituite per fare incetta di migliaia di ettari di terreni la cui concessione a uso civico veniva messa a bando dai comuni. Le frodi, accertate dai finanzieri, ammonterebbero a circa 5 milioni di euro.