Tre provvedimenti in materia di aiuti a superficie, lavoro e credito

Raccolta grano duro a Foggia

Con la conversione in legge del decreto Cura Italia dello scorso 24 aprile abbiamo risolto un importante nodo burocratico – ha dichiarato il sottosegretario Giuseppe L’Abbate in esclusiva a L’Informatore Agrario – responsabile dei ritardi nell’erogazione degli aiuti accoppiati per la filiera del grano duro. Ovviamente il provvedimento consentirà di evitare agli agricoltori che aderiranno all’accordo di filiera del mais di subire i medesimi ritardi patiti dai loro colleghi.

Il provvedimento adottato estende l’esenzione dall’obbligo di presentazione della comunicazione antimafia, valido per gli aiuti di provenienza europea fino a un valore pari a 25.000 euro, anche agli aiuti nazionali. «È caduta quindi quella complicazione burocratica – ha affermato L’Abbate – responsabile delle lungaggini che avevano rallentamento l’erogazione del premio a superficie destinato agli agricoltori aderenti ai contratti di filiera per il grano duro».

Giuseppe L’Abbate, sottosegretario alle politiche agricole

«Gli accordi di filiera – ha proseguito il sottosegretario – sono strategici per il futuro di ciascuna componente, pertanto garantire la certezza della distribuzione degli aiuti è fondamentale. Soprattutto in un momento in cui il prezzo del grano sta aumentando e di conseguenza qualche produttore potrebbe essere tentato di affidarsi al mercato senza prendere in considerazione i contratti di filiera». Tuttavia la dinamica del prezzo è influenzata dalle strategie degli stoccatori che in questo momento non esitano sul mercato il prodotto spingendone al rialzo le quotazioni, destinate a scendere al momento della trebbiatura. «Ho chiesto la disponibilità a riunire il tavolo grano-pasta per monitorare il fenomeno – ha dichiarato L’Abbate – per evitare contraccolpi sugli accordi di filiera e sul mondo della produzione».

«Con il decreto Cura Italia – ha detto L’Abbate– siamo intervenuti anche in materia di lavoro. Abbiamo esteso la validità della visita medica effettuata dai lavoratori stagionali a un anno, anche se l’addetto dovesse cambiare datore di lavoro, purché conservi la medesima mansione. In questo modo oltre a rendere più rapida la procedura di assunzione, l’onere della visita medica ricade in capo agli enti bilaterali in accordo con le Asl e non più sull’impresa agricola».

«Ancora – ha proseguito il sottosegretario – è stata estesa la possibilità di fruire del pegno rotativo a tutte le imprese che producono prodotti do e ig a lunga maturazione come vini, formaggi e salumi. L’impresa può alienare parte o tutta la produzione purché venga sostituita da prodotto fresco da stagionare.