La poltrona che Teresa Bellanova occupa da pochi giorni non è delle più comode, anzi. Vincere le sfide che il mondo agricolo deve affrontare non sarà facile.
Serve un ministro capace di individuare una strategia condivisa e nazionale per l’agroalimentare, che attendiamo da troppi anni; serve un ministro provvisto della forza necessaria ad attuare questa strategia, passando indenne attraverso i conflitti delle rappresentanze, i farraginosi meccanismi della Conferenza Stato-Regioni, le pastoie della burocrazia italiana e i problemi irrisolti di Agea.
Le prime dichiarazioni della nuova ministra hanno una pragmaticità che infonde un certo ottimismo, soprattutto se contrapposte al fatto che il 29° punto del programma di Governo, l’ultimo, quello riservato all’agricoltura, è decisamente vago.
L’apertura alle nuove tecnologie, comprese quelle per il miglioramento genetico delle piante agrarie, la chiara consapevolezza dell’imprescindibile ruolo del commercio internazionale per il successo delle nostre produzioni ad alto valore aggiunto, la critica aperta a chi nella vicenda xylella si è affidato agli «sciamani» sono punti di partenza sicuramente condivisi da gran parte del settore agricolo.
C’è poi un punto critico: Agea. Anche a Teresa Bellanova, come ai suoi predecessori Maurizio Martina e Gian Marco Centinaio, si chiede di intervenire quanto prima per dare al comparto agricolo una piattaforma informatica efficiente, dotata di banche dati compatibili con quelle delle altre Amministrazioni pubbliche, capace di dialogare direttamente con gli agricoltori.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 34/2019
Ministro Bellanova auguri di buon lavoro, ne ha davvero bisogno
di A. Boschetti
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