Siccità, alluvioni ma anche insetti nocivi e malattie che attaccano le piante: con i cambiamenti climatici i raccolti agricoli sono sempre più sotto attacco e ora la sfida è contro il tempo. Servono colture più resistenti.
In Italia, il 30 maggio scorso ha avuto il via libera all’unanimità, nelle Commissioni riunite del Senato, il provvedimento che autorizza la sperimentazione in campo delle Tea, Tecniche di evoluzione assistita. «Ora dobbiamo fare presto in Europa» è l’appello lanciato dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che ha fatto il punto sulle tecniche genomiche in un convengo organizzato dalla Confederazione con il mondo della ricerca e della politica.
«Abbiamo poco tempo per approvare la proposta di regolamento che la Commissione Ue presenterà il prossimo 5 luglio. Il Parlamento europeo e il Consiglio Ue devono lavorare in stretta collaborazione per arrivare a una codecisione entro i primi mesi del 2024, altrimenti si rischia di bloccare l’iter del dossier» dice Giansanti, visto che a giugno cisaranno le elezioni europee.
«Qualora il quadro regolamentare venisse armonizzato per il meglio – ha sottolineato Giansanti – sarà poi necessario affiancare all’apertura normativa un significativo piano di investimenti pubblici e privati per implementare il processo produttivo di un’agricoltura del futuro».
«Il cambiamento climatico – ha spiegato Deborah Piovan, presidente della sezione proteoleaginose di Confagricoltura – espone le piante coltivate a fenomeni meteo estremi. Cambiamenti che incidono anche sulle popolazioni di insetti nocivi e sulle malattie che attaccano le piante. Poi ci sono anche temi di sostenibilità economica delle aziende agricole e politiche agricole che spingono verso standard ambientali sempre più alti». Da qui la necessità di dare accesso a ogni strumento messo a disposizione dall’innovazione.
A livello europeo, nel testo potrebbe emergere l’ipotesi di un’etichettatura per i nuovi prodotti derivanti dalle Tea. «Qualora ci fosse bisogno di una rintracciabilità – ha affermato l’europarlamentare Herbert Dorfmann – questa deve avvenire tramite il materiale di propagazione, ad esempio sulla barbatella o sulla pianta da melo, e non sull’alimento finale». Posizione condivisa da Confagricoltura.