Poche colture come l’uva da tavola identificano immediatamente la ricchezza legata alla diversità e alla bellezza estetica del nostro made in Italy agroalimentare. Tra i frutti più attraenti e consumati l’uva da tavola è infatti presente sugli scaffali con una variabilità di forma delle bacche, colore della buccia e aromi.
Nell’ultimo decennio, inoltre, la presenza o meno dei semi all’interno dell’acino riveste sempre maggiore importanza, fattore diventato sempre più capace di decretare il successo commerciale delle varietà, in particolare su alcuni mercati.
Sul fronte dei numeri il settore del’uva da tavola italiano può contare su una superficie pari a 45.343 ha (fonte: Ismea). Nel paniere di produttori mondiali ci piazziamo al terzo posto dopo Cina (4,9 milioni di tonnellate) e Turchia (1,6 milioni di tonnellate), infatti l’Italia produce circa 1 milione di tonnellate, delle quali circa il 70% è prodotto in Puglia. Seguono Brasile e Cile. La resa media si aggira sulle 23 t/ha.
Puglia: regione leader
La Puglia, per l’appunto, è la regione con la maggiore produzione (660.000 t) e quantità esportata. Segue la Sicilia con circa 362.000 t. In Sardegna si ottengono 18.000 t, nel Lazio 17.000 t. Produzioni tra 12.000 e 4.000 t in Basilicata, Abruzzo, Calabria.
La varietà più coltivata, con il 52%, è l’Italia, bianca con semi con aroma di moscato, che ha fatto segnare un prezzo medio nei mesi di luglio-agosto 2017 oscillante tra i 0,90 e 0,69 euro/ kg ( fonte: Ismea). Seguono la Victoria bianca con semi (18%), Red Globe rosa con semi (9%) e la Regina bianca con semi.
Irrigazione, agrotecnica fondamentale
L’irrigazione è determinante nella coltivazione dell’uva da tavola, negli ultimi 6 anni il settore ha iniziato a investire in innovazione mettendo in discussione le pratiche obsolete per trovare nuove soluzioni da applicare alla produzione alla luce del rinnovamento varietale.
Netafim opera nel settore della produzione dell’uva da tavola con una soluzione di irrigazione a goccia dedicata ed ha sostenuto questa fase di miglioramento tecnico con i propri sistemi di irrigazione a goccia.
Contemporaneamente ha promosso e sostenuto un’attività di ricerca e consulenza mirate all’individuazione della più efficiente gestione dell’acqua e della fertirrigazione applicate alle nuove varietà apirene (seedless). Obiettivo, definire la miglior strategia irrigua che potesse integrarsi anche con le necessità operative di campo (trattamenti, lavorazioni, diserbi, ecc.).
Netafim propone l’adozione di sistemi irrigui che comprendono tutti i principali elementi quali filtro, condotte, valvole, contatori, iniezione fertirrigua e ala gocciolante. Questi, dimensionati, progettati ed armonizzati per lavorare al massimo livello di efficienza, vengono poi gestiti con l’automazione e monitorati con idonei sensori.
Nel caso dell’Uva da Tavola l’adozione della subirrigazione è oggi considerata la massima espressione tecnica, grazie all’altissima uniformità di distribuzione idrica e fertirrigua e all’assenza di ingombri in campo che ne permettono sempre la transitabilità.
Viene affiancata, alla proposta in subirrigazione, l’automazione di monitoraggio e controllo che racchiude in sé il concetto di irrigazione di precisione ed apre le porte al digital farming, settore in cui Netafim è impegnata da anni e che ha visto, nel recente lancio in EIMA 2018, l’inizio di un percorso che porterà al primo sistema di irrigazione con un cervello: il sistema Netbeat.
Innovazioni tecnologiche per le nuove esigenze del mercato
Molte cose sono quindi cambiate dagli anni ottanta, quando da un panorama varietale statico iniziò un’intensa attività di studio di nuove cultivar, con lo scopo principale di assecondare le nuove esigenze del mercato, concentrandosi prevalentemente sulle uve senza semi (apirene).
Nello stesso periodo si è cercato di allargare il più possibile il periodo di commercializzazione dell’uva, adottando nuove tecniche di coltivazione capaci di anticipare o ritardare la maturazione coprendo un periodo utile da luglio a dicembre.
Furono, inoltre, intensificate le ricerche relative all’applicazione di tecniche colturali per migliorare ulteriormente lo sviluppo del grappolo e le dimensioni delle bacche. L’irrigazione ha tardato ad evolversi nel settore ma oggi le evidenze dimostrano che il ruolo della nutrizione idrica è determinante anche per gestire tempi di maturazione, produttività e qualità merceologica.
I cambiamenti della metodologia irrigua, da gocciolatori ad alta portata appesi tra un filare e l’altro alla subirrigazione ha portato grandi vantaggi agronomici e tecnici. Con la subirrigazione si ottiene una distribuzione localizzata che mantiene l’apparato radicale più prossimo alla fila e impedisce che venga disturbato dallo sgrondo concentrato dei teli di copertura. Inoltre, si mantiene nel suolo sempre un buon equilibrio tra aria ed acqua, garanzia di efficienza nell’assorbimento dell’acqua e, con la fertirrigazione, dei nutrienti.
Questa capacità è caratteristica dei gocciolatori autocompensanti Netafim, poiché all’interno del campo di lavoro (pressione) erogano tutti la medesima portata (litri all’ora) alla medesima concentrazione, qualora si praticasse fertirrigazione. Netafim prosegue sul cammino della ricerca su Uva da Tavola e nello sviluppo di prodotti e soluzione tecniche guardando alla futura applicazione del digital farming anche in questo importante settore.