All’ultimo Consiglio agricolo prima della chiusura estiva si attendeva anche l’annuncio dell’estensione al 2023 delle attuali deroghe al divieto di produzione sui «terreni a riposo». Che non è arrivato, ma potrebbe arrivare presto. La proposta è stata inviata alle capitali UE e l’approvazione potrebbe arrivare per procedura scritta.
Chieste da diversi Paesi, tra cui l’Italia, come prolungamento del pacchetto di aiuti straordinari varato a marzo in risposta allo shock di mercato causato dall’invasione russa dell’Ucraina, le misure sono state a lungo ostaggio di un braccio di ferro tra il commissario UE all’agricoltura Janusz Wojciechowski e il vicepresidente della Commissione, con delega al Green Deal, Frans Timmermans. Tanto che in Consiglio il ministro francese Marc Fesneau ha sbottato: «Commissario sono due mesi che ha fatto la promessa e ancora non ci sono novità, gli agricoltori hanno bisogno di sapere e avere certezze».
Wojciechowski ha promesso di riprovarci. «Abbiamo nuovi argomenti a nostro favore – ha dichiarato – come l’impatto della siccità e le incertezze sulla disponibilità di grano, anche in uno scenario in cui le esportazioni dall’Ucraina dovessero riprendere». La promessa è stata mantenuta e la bozza di regolamento inviata alle cancellerie dei Ventisette.
Se approvata, con la nuova Pac che entra in vigore nel 2023, la deroga riguarderà la sospensione per un anno di due regole legate alla condizionalità, cioè obbligo di rotazione e biodiversità in azienda (ex «aree a interesse ecologico», ma solo per colture destinate a uso umano).