Le piogge dei giorni scorsi, accompagnate dal progressivo scioglimento delle nevi in quota, non sono cadute in maniera omogenea sull’Italia, ma hanno accentuato le differenze idrologiche fra regioni in una stagione complicata: a rilevarlo è l’Osservatorio Anbi (Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio delle acque irrigue) sullo Stato delle risorse idriche.
Il dato più evidente è l’accentuarsi di una situazione critica per i principali fiumi dell’Emilia-Romagna: Savio, Taro e Trebbia sono abbondantemente sotto la media storica e i livelli dello scorso anno; il Secchia è addirittura vicino al minimo storico (attuale portata: circa 3 m3/s; media: 19,5 m3/s; portata nel 2019: 36,35 m3/s!).
«Ciò dimostra il crescente andamento torrentizio, che caratterizza i nostri fiumi e conferma la necessità di un Piano nazionale invasi – sottolinea il presidente Anbi Francesco Vincenzi – fatto anche di bacini di laminazione per rallentare le piene, trattenendo le acque per utilizzarle nei momenti di bisogno come l’attuale. Investire nella sistemazione del territorio è un asset strategico per la ripartenza economica dell’Italia.»
Non va meglio per i flussi dal fiume Po che, dopo le confortanti portate superiori allo scorso anno, raggiunte in Piemonte (al pari degli altri fiumi della regione: Dora Baltea, Tanaro, Stura di Lanzo), perde potenza man mano che si avvicina alla foce, segnando un deficit di oltre 720 m3/s, rispetto a 12 mesi fa, al rilevamento ferrarese di Pontelagoscuro.
Per quanto riguarda i grandi laghi del Nord, il lago di Como (riempimento: 43,5%) è pressoché rientrato in media e a beneficiarne è soprattutto il fiume Adda, tornato alle portate stagionali; permane sotto media il lago Maggiore (riempimento: 61,6%), mentre si abbassa, ma non preoccupa, il livello del lago di Garda (riempimento: 82,9%); abbondantemente sopra media si posiziona, infine, il lago d’Iseo (riempimento: 85%).
In Centro Italia continua a migliorare la situazione del lago di Bracciano, nel Lazio, mentre si mantengono su livelli superiori all’anno scorso gli invasi della Sardegna (a oltre l’88% della capacità complessiva); anche i bacini marchigiani si mantengono sui livelli dello scorso anno, comunque i più bassi del recente quinquennio.
In Puglia, pur essendo leggermente migliorata la situazione negli invasi, si accentua il deficit rispetto allo scorso (–122 milioni di metri cubi), obbligando a un’irrigazione razionata e senza sicurezza di continuità.
Migliora decisamente, invece, lo stato delle risorse idriche in Basilicata, le cui disponibilità, pur rimanendo deficitarie rispetto al 2019, sono aumentate di quasi 9 milioni di metri cubi in una sola settimana.
«Stanti le attuali condizioni delle riserve idriche, la stagione agricola 2020 nel Sud Italia è affidata soprattutto all’andamento meteorologico, nonostante lo sviluppo, in anni recenti, di sistemi irrigui sempre più efficienti – analizza Massimo Gargano, direttore generale di Anbi. Guardiamo altresì con preoccupazione l’evolversi della situazione idrica anche in altre regioni a vocazione fortemente agricola come l’Emilia Romagna; è quantomai importante prevenire situazioni di criticità, che potrebbero penalizzare i raccolti in un’annata, segnata più che mai dalla necessità di garantire il massimo alle produzioni agroalimentari italiane.»