Piante in grado di crescere con meno acqua, più ricche di nutrienti e con una resa migliore: le biotecnologie al servizio dell’agricoltura potrebbero aiutare a contrastare la siccità e le sue conseguenze devastanti sulle colture, ma perché questo sia possibile serve «un approccio meno ideologico» e regole nuove.
È quanto è emerso a Roma, nel convegno organizzato dall’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie (Assobiotec), che fa parte di Federchimica. «È necessario avere un approccio meno ideologico davanti a una situazione di emergenza, come quella della siccità, che dal 2000 a oggi è aumentata del 29%» ha detto la vicepresidente di Assobiotec Elena Sgaravatti.
Fra le priorità, ci sono le sperimentazioni in campo, che in Italia sono vietate. Nel 2021 è stata presentata una proposta di legge e adesso «non possiamo che fare pressioni perché rischiamo di perdere una straordinaria opportunità di crescita».
«Stiamo perdendo anche l’opportunità di valorizzare la biodiversità, che in Italia equivale al 50% di quella presente in Europa. Potremmo sviluppare cultivar preziose, tutelandole, e varietà interessanti che – ha concluso Sgaravatti – potrebbero ritornare in commercio, arricchendo la ricchezza della nostra agricoltura, con ritorni economici per gli agricoltori».