Contro il problema della siccità «ho proposto al ministro Salvini e al ministro Pichetto Fratin di realizzare una cabina di regia, coinvolgendo ovviamente Palazzo Chigi, per riuscire a pianificare e poi realizzare interventi di breve termine per affrontare l’urgenza di medio e lungo termine. Dando l’idea di una Nazione che sa anche prevenire oltre che curare». Lo ha fatto sapere Francesco Lollobrigida, ministro dell’agricoltura, a margine di un evento organizzato a Milano da Coldiretti.
«Questo fenomeno deve essere contrastato con una strategia di previsione degli invasi e di contenimento della dispersione idrica – aggiunge – e va fatto con un piano strategico e con un investimento di fondi: le due cose devono viaggiare parallelamente». Anche su questo, secondo il ministro, «ci sono stati forti limiti nell’utilizzo delle risorse disponibili ed è certamente mancata la pianificazione».
Sulla situazione dell’approvvigionamento idrico in Italia, in particolare al Nord, si è espressa anche Anbi con un comunicato in cui afferma che «i dati settimanalmente diffusi dall’osservatorio Anbi sulle risorse idriche dimostrano che la perdurante crisi idrica del Nord Italia non è una transitoria stagione siccitosa, ma la conseguenza di un ciclo idrico ormai incapace di rigenerarsi naturalmente a causa di cambiamenti climatici sorprendentemente veloci e cui si può rispondere solo con la realizzazione di nuove infrastrutture e l’efficientamento di quelle esistenti per trattenere l’acqua di eventi meteo sempre più rari».
«Il Nord-ovest – rileva Anbi – è la testimonianza di come una crisi idrica ormai consolidata non possa risolversi con qualche precipitazione. L’esempio arriva dal Piemonte dove, nonostante a gennaio sia piovuto l’80% in più dell’anno scorso, il deficit pluviometrico rispetto alla media mensile si attesta al 63,6%, arrivando a toccare -81,1% sul bacino della Sesia. Le speranze idriche per i prossimi mesi sono riposte nel +64% di neve caduta in montagna rispetto all’anno scorso, il cui scioglimento è però condizionato da un andamento delle temperature ormai imprevedibile☼.
«I grandi bacini naturali del Nord Italia – fa sapere Anbi – rimangono tutti sotto media e solo il lago Maggiore registra una lenta crescita; gli altri continuano a calare (il Lario è al 19,4% di riempimento, il Sebino al 16,4%). Il lago di Garda è pieno al 35,7%, vale a dire che contiene meno della metà di quanto era invasato 12 mesi fa ed è mezzo metro più basso rispetto alla media storica. Restano drammatiche le condizioni del fiume Po, addirittura peggiori di quelle eccezionali registrate nel 2022: il deficit idrico supera il 70% nelle stazioni a monte per scendere al 53,48% a Pontelagoscuro; dopo quello di Piacenza, anche il rilevamento di Cremona segna il nuovo minimo storico».