Scienziati: no a fondi pubblici per l’agricoltura biodinamica

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Il Parlamento non approvi il testo che propone di finanziare con soldi pubblici l’agricoltura biodinamica, una «pratica esoterica opposta e inconciliabile con qualunque dato scientifico»: è questo l’appello contenuto in una lettera aperta inviata ai senatori da oltre 20 importanti scienziati italiani, dal fisico Ugo Amaldi all’esperto di staminali Giulio Cossu, dal biotecnologo Roberto Defez al fisico Luciano Maiani.

La lettera è stata inviata ai senatori alla vigilia della decisione se finanziare con fondi pubblici l’agricoltura biodinamica. Quest’ultima, si legge nella lettera, «usa parti di animali (quali teschi, pelli di topo, corna di vacca o vesciche urinarie di cervo) nelle quali infilare cortecce, fiori o letame, da sotterrare ed eventualmente dissotterrare dopo qualche tempo: a fondamento, essa evoca forze cosmiche come motrici di qualunque azione terrena» scrivono gli scienziati.

«Può il Paese di Galileo Galilei – prosegue la lettera – sostenere economicamente pratiche magiche, peraltro facenti capo a un marchio registrato estero? In un’era di risorse particolarmente scarse, finanziare un’agricoltura che fa profitti, secondo i suoi stessi rappresentanti sentiti in audizioni parlamentari, almeno tre o quattro volte superiori rispetto alle pratiche agricole ordinarie, pare incomprensibile».

«Soprattutto, laddove lo Stato ritenga opportuno sovvenzionare alcuni tipi di attività economiche, è condizione necessaria ancorché non sufficiente che queste attività vengono svolte secondo i principi di razionalità e di conformità alle evidenze scientifiche. Per questo – concludono i firmatari – chiediamo che il Parlamento non approvi il testo in esame».