Il 10,5% della superficie coltivata a riso è completamente bruciato dalla siccità. È la stima dell’Ente Risi, che ha effettuato una valutazione dei danni provocati da un andamento meteorologico anomalo, con un’assenza di precipitazioni e temperature molto elevate, che ha condizionato fin qui la stagione, impedendo la normale irrigazione delle risaie.
La superficie investita a riso quest’anno si è ridotta di 9.000 ettari rispetto all’anno precedente (arrivando a 218.000 ettari) e la siccità ha ulteriormente contribuito a ridurre il raccolto.
L’utilizzo di immagini satellitari elaborate con tecniche avanzate di intelligenza artificiale dall’Ente Risi hanno consentito di individuare gli appezzamenti totalmente improduttivi a causa della siccità, localizzati prevalentemente in Lomellina (Zeme, San Giorgio Lomellina, Ottobiano e Cassolnovo), nel Pavese (Pavia, Torre d’Isola, Valle Salimbene, Albuzzano) e in maniera diffusa nel Milanese e nel Lodigiano.
Complessivamente la stima dell’Ente Risi individua una superficie completamente danneggiata di 23.000 ettari; danni parziali si registrano in altri territori, portando a un calo produttivo del 28% per il tondo, del 23% per il lungo A, del 22% per il lungo B e del 20% per il medio.
Altri danneggiamenti si riscontrano anche in Piemonte, in particolare in provincia di Novara e nel Basso Vercellese, aree che sono in fase di monitoraggio da parte dell’Ente Risi.
Intanto il Mipaaf ha predisposto una bozza di decreto che, a breve, verrà condiviso con le amministrazioni regionali e provinciali per il vaglio e la successiva intesa in Conferenza Stato-Regioni e che concederà un aiuto temporaneo a sostegno delle imprese di coltivazione del riso colpite dalla crisi Ucraina, a compensazione parziale dei maggiori costi sostenuti.
I fondi a disposizione dovrebbero essere pari a circa 15 milioni di euro per l’anno 2022.