Rallentano i consumi bio, ma è boom per l’export

In base ai dati dell’Osservatorio Sana-Nomisma, diffusi a Bologna in occasione del 34° Salone internazionale del biologico e del naturale, il consumo nazionale di prodotti biologici, complici l’inflazione e la bolletta energetica che pesano sul carrello della spesa, ha registrato per la prima volta un’inversione di rotta dopo anni di crescita sostenuta.

Il cumulato di dodici mesi restituisce, fino a luglio, un -0,8% annualizzato, che incorpora un brusco dietro front delle vendite nei negozi specializzati (-8%) e una marginale ripresa nelle insegne della distribuzione moderna (+0,4%), grazie alla spinta dei discount, con iper e supermercati che hanno perso invece il 2% del fatturato.

È andata meglio nei restanti canali (mercatini, vendita diretta, gruppi di acquisto solidale, farmacie, parafarmacie ed erboristerie) che hanno complessivamente aumentato del 5% le vendite, toccando il 19% di quota mercato.

Le esportazioni, al contrario, confermano una crescita tumultuosa. Secondo Ita.Bio, la piattaforma online di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del biologico made in Italy curata da Nomisma, in collaborazione con Ice e FederBio, è di 3,4 miliardi di euro il fatturato estero del bio made in Italy, in base al dato annualizzato a giugno scorso, un incasso del 16% più elevato rispetto ai livelli di un anno fa.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 29/2022
Con il caro energia prima stretta anche sui consumi bio
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