Psa: esercito indispensabile per contenere i cinghiali

Raddoppiare in un anno gli abbattimenti di cinghiali per contenere la diffusione della peste suina africana, come previsto dal Piano del commissario straordinario alla Psa Vincenzo Caputo, portandoli da 312.000 capi annuali del triennio 2019-21 ai 612.000 previsti già nel suo primo anno di attuazione è un obiettivo molto ambizioso, che richiede uno sforzo straordinario.

L’obiettivo potrà essere colto solo se verrà messo in campo l’Esercito. Ne è convinto Gabriele Carenini, responsabile nazionale di Cia Agricoltori per la fauna selvatica, che rimarca come il Piano Caputo, in particolare, preveda che «il prelievo da realizzarsi in attività venatoria rappresenterà complessivamente quasi il 74% (453.800 capi) del prelievo complessivo previsto (612.000)».

Il numero dei cacciatori attivi però è in progressiva riduzione e la loro attività è un hobby che come tale è praticato in modo saltuario. Un cacciatore, inoltre, per diventare bioselettore va formato.
«Per questo – afferma Carenini – non possiamo dare una partita del genere in mano ai cacciatori; non è corretto responsabilizzarli per far fronte a un intervento strutturale. È giunto il momento di far intervenire forze straordinarie, ovvero l’Esercito, che ha personale qualificato per una capacità d’intervento massiva rispetto alle forze messe in campo oggi».

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 29/2023
Ridurre fortemente i cinghiali è possibile, ma richiede l’impiego dell’Esercito
di G. Menna
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