Alla vigilia della campagna di raccolta 2020 l’olivicoltura italiana si prepara a fare i conti con gli effetti dei cambiamenti climatici e con un mercato sempre difficile.
Per quanto riguarda il primo fattore, maltempo e siccità, in particolare al Sud, fanno prevedere un sensibile calo della produzione nazionale, che dovrebbe scendere sotto le 300.000 tonnellate, con un valo del 20% circa rispetto alle 366.000 tonnellate dello scorso anno.
Ricordiamo che fino a 10 anni fa la produzione italiana di olio era stabilmente oltre le 500.000 tonnellate.
A pesare sul bilancio complessivo, sottolinea Coldiretti, è il crollo dei raccolti nelle regioni del Sud, a partire dalla Puglia, dove si concentra circa la metà dell’intera produzione nazionale, mentre nel Centro Nord i numeri sono un po’ ovunque in netto aumento.
Per quanto riguarda il prezzo, da gennaio ad agosto 2020 i listini dell’extravergine italiano sono scesi del 37% rispetto allo stesso periodo del 2019, con agosto che ha visto livelli medi di 3,79 euro/kg.
Un calo dovuto, secondo Coldiretti, soprattutto dalla presenza sul mercato mondiale di abbondanti scorte di olio «vecchio» spagnolo.
Secondo Raffaele Borriello, direttore generale dell’Ismea, la minore disponibilità di prodotto nazionale e la contrazione delle scorte stimata dalla UE potrebbero aiutare un recupero dei prezzi, fortemente penalizzati per tutta la campagna 2019-2020.