Con l’ok della Conferenza Stato-Regioni, il 6 dicembre scorso si è concluso il percorso di concertazione e redazione del Piano d’azione nazionale per la produzione biologica, che avrà il compito di promuovere lo sviluppo del comparto nel prossimo triennio.
Al Piano si chiede di accompagnare il comparto del biologico verso l’obiettivo del 25% di SAU certificata entro il 2027. Si tratta di un compito impegnativo, considerando che, fatta eccezione per le risorse dello sviluppo rurale, il budget per la realizzazione della moltitudine di interventi previsti è stimabile solo attorno a 15,4 milioni di euro per tre anni.
Tra le misure principali contenute nel Piano vi sono la realizzazione del marchio del biologico italiano, che intende valorizzare l’origine della materia prima e il ruolo degli agricoltori, le iniziative per il giusto prezzo e la valorizzazione dei distretti biologici.
Il Piano inoltre sostiene le mense bio, l’attività di ricerca e innovazione e quelle di promozione e comunicazione finalizzate a incrementare i consumi di alimenti biologici.
Infine, di particolare rilievo sono anche gli obiettivi di sostenere e finanziare lo sviluppo del settore sementiero, che non è ancora riuscito a strutturarsi, e quello di promuovere il sistema cooperativistico, le organizzazioni dei produttori bio, l’interprofessione, gli accordi di filiera e i contratti di rete agricoli.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 42/2023
Piano d’azione nazionale per il biologico al nastro di partenza
di R. Meo
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