Diciotto Stati membri tra cui l’Italia hanno presentato a Bruxelles entro i tempi previsti la bozza di Piano nazionale strategico Pac. Tra i nove che mancano all’appello spiccano il Belgio e la Germania.
Il Belgio è alle prese con le conseguenze della nota separazione in casa tra Fiandre e Vallonia. A Berlino la versione ufficiale dà la responsabilità del ritardo alla lentezza con cui l’Ue sta approvando la legislazione secondaria della riforma della Pac: gli ultimi atti legislativi dovrebbero avere l’ok dell’Europarlamento dopo la metà di gennaio.
Ma per la prima volta da 20 anni i cristiano-democratici sono all’opposizione e il ministro dell’agricoltura non è un popolare ma un Verde, quindi più probabilmente il nuovo governo si è preso qualche giorno in più per assicurarsi che il piano già concordato non contenga dettagli potenzialmente rischiosi per il suo elettorato.
Gli altri ritardatari sono Bulgaria, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia.