Il 30 luglio scorso, Arsial ha aderito al primo tavolo tecnico indetto dal Parco regionale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi (LT) dedicato alla tutela e la valorizzazione dell’Arancio biondo di Fondi. Tra i partecipanti, erano presenti anche agricoltori, trasformatori di prodotti agricoli, commercianti del comparto ortofrutticolo, associazioni, tecnici, istituzioni pubbliche del territorio come il comune di Fondi e il Consorzio di Bonifica Sud Pontino.
Noto per la dolcezza del succo, l’Arancio biondo è una varietà locale di agrume coltivato nel comune pontino e nelle aree limitrofe fin dal XVIII secolo ma che, negli ultimi quarant’anni, ha subito una forte erosione genetica fino a rischiare la scomparsa.
Obiettivo dell’incontro è stato quello di riunire i rappresentanti di diverse istituzioni insieme ad agricoltori e attori della filiera per costruire una rete di soggetti interessati alla difesa di questa importante risorsa.
Nonostante vi sia una domanda costante di prodotto, l’esiguità delle piante rimaste e la frammentarietà delle coltivazioni rappresentano un problema concreto per il rilancio di questa coltura che resta identitaria e radicata nella memoria degli agricoltori e dei consumatori della piana pontina.
Proprio per la sua importanza e il secolare legame con il territorio, l’Arancio biondo di Fondi è stato riconosciuto Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT) e iscritto al Registro Nazionale dei Fruttiferi (D.Lgs n. 124/2010), per la commercializzazione dei materiali di moltiplicazione delle piante da frutto destinate alla produzione tenuto dal MASAF.
Questi riconoscimenti hanno permesso all’Ente Parco di avviare attività di monitoraggio e di educazione ambientale e alimentare nelle scuole e con le associazioni locali, ma a oggi, si avverte la necessità di un programma di ricerca più sistematica che porti a un censimento capillare delle piante e alla loro caratterizzazione genetica e morfofisiologica per determinarne specificità agronomiche e organolettiche, e nuove opportunità di impiego; attività che in parte Arsial, in attuazione alla legge regionale 15/2000 sulla tutela e valorizzazione delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario, sta avviando al fine di iscrivere questa varietà locale al Registro Volontario Regionale (RVR). Quest’ulteriore riconoscimento potrebbe rivelarsi un utile supporto al fine di garantire non solo la conservazione in situ dell’Arancio biondo, ma anche la sua reintroduzione in coltura.
Il tavolo tecnico si è concluso con la volontà, da parte di tutti gli attori, di voler proseguire il percorso per riattivare la filiera intorno a un prodotto che oggi si presenta di nicchia ma che ha grandi potenzialità di crescita.
Prodotto realizzato con il contributo del PSR Lazio 2014/2020 – Tipologia di Operazione 10.2.1 – Periodo Transitorio 2021/2022.