Finalmente un ministro dell’agricoltura che dice delle cose scientificamente esatte in merito alle nuove tecnologie di miglioramento genetico. Peccato che sia quello francese, Julien Denormandie.
In una lunga intervista, il responsabile dell’agricoltura d’Oltralpe ha risposto a una domanda sulle Nbt in maniera molto chiara: «Gli Nbt non sono ogm. Queste sono tecnologie che accelerano il miglioramento genetico delle piante. Questa tecnologia consente di generare prima una varietà che potrebbe essere apparsa naturalmente ad un certo punto, ed è fantastico».
«È molto diverso da un ogm – ha continuato il ministro francese – che è prima di tutto una pianta e non una tecnica, ottenuta cercando un gene da una specie per trasferirlo ad un’altra, cosa che non avviene in natura».
«Gli Nbt devono avere regolamenti in linea con ciò che sono e non con ciò a cui vorremmo associarli. Oggi il quadro giuridico europeo non è più compatibile con il quadro scientifico. Siamo in attesa di una relazione della Commissione europea per armonizzare i due quadri».
Niente di più di quanto da anni sostiene il mondo scientifico.
Ovviamente una dichiarazione del genere ha suscitato una vivace reazione da parte delle organizzazioni che da sempre si battono contro qualunque innovazione: «Riducendo la definizione di ogm alla sola tecnica della transgenesi, questa dichiarazione del ministro dell’agricoltura ignora la realtà scientifica in materia e adotta tutti gli elementi linguistici della lobby pro-ogm» lamenta Suzanne Dalle, responsabile della campagna agricola di Greenpeace Francia.
Stando alla realtà dei fatti chi «ignora la realtà scientifica» non è certo il ministro.