Di fronte a quanto successo in Italia negli ultimi giorni è difficile anche trovare le parole per descrivere il disastro. La pioggia, e soprattutto i venti fortissimi, hanno fatto strage: di vite umane, innanzi tutto, alle infrastrutture e poi nei boschi del Nord Est, Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli.
Le immagini che tutti hanno visto parlano da sole.
Coldiretti tenta una stima dei danni all’agricoltura per il maltempo in questo 2018, arrivati a circa 750 milioni di euro: gli ultimi disastrosi eventi hanno provocato «la strage di circa 14 milioni di alberi compromettendo l’equilibrio ecologico ed ambientale di vaste aree montane e mettendo a rischio la stabilità idrogeologica».
A tentare una stima dei danni è anche Pefc Italia, l’organizzazione che certifica nel mondo le foreste gestite in modo ecosostenibile: in un giorno sono stati abbattuti tanti alberi quanti se ne abbattono in tutta Italia in un anno di attività selvicolturale, per una quantità di circa 8 milioni di metri cubi di legno.
Il solo Trentino (Val di Fiemme, Val di Fassa) ne ha persi 1,5 milioni, quantità di poco inferiori in Alto Adige; stessa situazione in Veneto (Altopiano di Asiago, Feltrino, Agordino, Comelico) e in Friuli Venezia Giulia (Carnia, Dolomiti Friulane, Cansiglio). Soprattutto abeti rossi, ma anche abeti bianchi e faggi, a seconda delle zone; e centinaia di chilometri di strade forestali da risistemare. Secondo Antonio Brunori, segretario generale di Pefc Italia, «ci vorranno 100 anni per ripristinare questo prezioso habitat montano».
Alberto Andrioli