L’Italia si schiera compatta contro le esternazioni di Serge Hercberg, l’uomo accreditato come il fondatore del Nutriscore, l’etichetta nutrizionale a cinque colori.
La reazione italiana è arrivata dopo un tweet di Hercberg nel quale si afferma: «Le lobby agroalimentari italiane non esitano nemmeno a vantarsi di aver ottenuto che la loro posizione e le loro assurde argomentazioni contro il #NutriScore finalizzate alla difesa dei propri interessi economici siano state riprese dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Vergognoso!».
«Caro Hercberg – ha risposto sempre via Twitter il ministro per le politiche agricole, Stefano Patuanelli – le lobby sono quelle che vogliono il #Nutriscore. Noi difendiamo i consumatori europei dal condizionamento assurdo del tuo algoritmo sballato».
Reazioni anche da parte del mondo agricolo. «Possiamo comprendere – afferma il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – le preoccupazioni di Serge Hercberg per le crescenti critiche al sistema di etichettatura Nutriscore da lui messo a punto, ma dovrebbe astenersi dal contestare le prese ufficiali di posizione di organismi pubblici che operano negli Stati membri».
Nei giorni scorsi, ricorda infatti Giansanti, «anche a seguito delle iniziative assunte da Confagricoltura, l’Antitrust ha riconosciuto che, in mancanza di contestuali e adeguati chiarimenti, il Nutriscore potrebbe indurre in errore il consumatore sulle proprie scelte alimentari».
Infine, rivolgendosi a Serge Hercberg, il sottosegretario alle politiche Agricole, Gian Marco Centinaio, chiede di «spiegare come mai nei giorni scorsi lo stesso Ministero della salute francese, di concerto con le autorità competenti degli altri Paesi in cui si sta sperimentando il Nutriscore, ha deciso di adottare diverse modifiche all’algoritmo».