Milioni di cavallette stanno divorando i raccolti delle campagne della provincia di Nuoro: da Noragugume a Bolotana, e poi Illorai, Olzai, Teti, Sarule, Sedilo, fino alla confinante Barbagia di Nuoro, a Ottana, nella cui piana si trova probabilmente l’epicentro dell’invasione. Coldiretti denuncia la proliferazione di locuste che sta interessando 25.000 ettari di terreni in Sardegna dove il loro passaggio distrugge il raccolto di un intero campo, mandando in fumo mesi di lavoro e di investimenti, come fosse un incendio.
Le cavallette, essendo polifaghe, colpiscono non solo le coltivazioni in campo, ma anche orti e giardini provocando una vera catastrofe biologica che sta mettendo in ginocchio centinaia di aziende ma anche allevamenti che in pochi giorni vedono sparire il foraggio necessario per gli alimenti costringendoli a ulteriori spese per l’acquisto del mangime.
Le popolazioni di locuste alle terre incolte, abbandonate a causa della crisi delle campagne per i prezzi dei prodotti agricoli sotto i costi di produzione, partono all’assalto dei raccolti devastando tutto quello che trovano sul loro cammino. Coldiretti aveva proposto come soluzione una lavorazione dei terreni superficiale, operazione che sarebbe già sufficiente a distruggere una grande parte delle uova. Infatti le cavallette depongono le uovo a giugno, preferibilmente nei terreni incolti e per rimuoverle, suggerisce uno studio dell’Università di Sassari, non occorre un’aratura profonda ma basta smuovere la terra superficialmente.
Con l’arrivo del caldo si moltiplicherà la schiusura delle uova e il numero delle cavallette: le condizioni climatiche agevolano uno sviluppo anomalo di questo insetto e a favorire l’invasione sono gli effetti di un 2022 che – sottolinea la Coldiretti –, con un inverno mite e precipitazioni praticamente dimezzate, e temperature superiori di 0,5 gradi rispetto alla media, secondo Isac Cnr.
L’allarme era stato lanciato anche dalla Cia che, a febbraio, sottolineava che «Nonostante sia stato annunciato dalla Giunta regionale lo stanziamento di 800.000 euro (500.000 per il 2021, 200.000 per il 2022 e 100.000 per il 2023) per la pianificazione e l’attuazione delle misure di contenimento e di contrasto alla diffusione del fenomeno, più 300.000 euro per la predisposizione di un Piano per le attività di studio, monitoraggio, prevenzione e contrasto alla diffusione del fenomeno e al supporto delle attività, a oggi tale piano e le conseguenti azioni di prevenzione non sono ancora partiti. I fondi stanziati, inoltre, sono assolutamente insufficienti per contrastare efficacemente il fenomeno, sia in termini di prevenzione che di gestione, e a oggi gli agricoltori che hanno subito perdite e danni negli anni scorsi non hanno ricevuto alcun ristoro».