Con l’approvazione della posizione sul cosiddetto regolamento «orizzontale» (finanziamento, gestione e controlli) e, la settimana precedente, sugli altri due regolamenti della proposta di riforma presentata dal commissario UE all’agricoltura Phil Hogan neanche un anno fa (era il giugno 2018), cala il sipario dell’Europarlamento sulla riforma della Pac.
Con la consapevolezza che nessuna riforma della Pac ha mai assunto una fisionomia definitiva senza conoscere il budget pluriennale, al momento ancora incerto, spetterà al prossimo Europarlamento decidere se procedere con i testi approvati ora o se invece ricominciare tutto da capo.
Con questa premessa, vediamo intanto quali sono le principali novità introdotte dagli eurodeputati rispetto alla proposta della Commissione europea.
- quote temporanee, con la possibilità che la Commissione possa istituire limiti alla produzione, con multe per gli agricoltori che li superano, e anche dazi e tariffe.
- Intervento pubblico esteso a nuovi settori come zucchero, carni suine, ovine e pollame.
- Mantenimento dello status quo sui diritti di impianto dei vigneti fino al 2050.
- Riserva anticrisi per gli agricoltori dall’attuale proposta di 400 milioni fino a 1,5 miliardi di euro, con controlli più rigorosi, ma anche meno frequenti.
- Almeno il 20% della dotazione dei pagamenti diretti (i cosiddetti eco-regimi volontari per Paese membro) e il 30% di quella per lo sviluppo rurale dovranno essere dedicate ad azioni per l’ambiente, il clima e il benessere animale.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 14/2019
La prossima Pac secondo l’Europarlamento
di A. Di Mambro
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