«Dopo il Sud Africa, l’Argentina, l’Uruguay e da ultimo il Brasile, ora il CBS (Citrus Black Spot, o macchia nera) è arrivato in Tunisia: il che significa che il pericolo può dirsi alle porte di casa. Se si diffondesse provocherebbe danni irreparabili al patrimonio agrumicolo mettendo a rischio uno dei più importanti comparti della nostra agricoltura del Meridione».
Con queste parole la Cia siciliana lancia l’allarme per questa nuovo pericolo, che andrebbe ad aggiungersi a una situazione del comparto agrumicolo già caratterizzata da cronici problemi, tra i quali la presenza del virus della tristeza.
Anche la Coldiretti esprime tutta la sua preoccupazione: «Per evitare un contagio dalle conseguenze disastrose occorre fermare gli arrivi di agrumi dalla Tunisia, che nel 2018 ne ha esportati in Italia circa 162.000 chili».
Coldiretti ritiene che «le misure attivate fino ad oggi dall’Unione Europea per contrastare l’ingresso della macchia nera, misure che interessano solo gli agrumi destinati al mercato del fresco e non quelli destinati alla trasformazione industriale, siano ancora insufficienti» e ricorda che la libera circolazione delle merci non deve pregiudicare la sanità delle coltivazioni di vegetali nell’Ue».