«Finalmente lo Stato ha un piano di prevenzione e contrasto al caporalato». Così si è espressa la ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova al Tavolo interistituzionale sul caporalato insediatosi oggi.
«Un lavoro – ha sottolineato – che vede coinvolta tutta la filiera per mettere fuori gioco chi sfrutta. Abbiamo due priorità: garantire protezione alle persone, lavoratrici e lavoratori italiani e stranieri cui vengono negati diritti fondamentali. E poi dare risposte alle legittime aspettative di migliaia di aziende agricole oneste, e sono la maggior parte, che chiedono forme più efficienti per reperire manodopera legale».
Per il ministro Bellanova «il caporalato è mafia, perciò dobbiamo combatterlo con armi nuove. Nel piano ci sono 10 azioni prioritarie e impegni precisi, sui quali da subito dobbiamo metterci al lavoro. E poi c’è un metodo nuovo: contro il caporalato, soprattutto in alcune aree di emergenza, si dovrà intervenire d’ora in poi solo con azioni coordinate su alloggi, trasporti, intermediazione legale del lavoro, controlli».
«Vogliamo una più equa distribuzione del valore nella filiera agroalimentare – ha aggiunto la ministra – e trovare un’alleanza col cittadino. È il consumatore che deve aiutarci a spezzare la catena dello sfruttamento, perché se un prodotto viene venduto sotto il costo di produzione, c’è qualcuno che quel costo lo paga. Sia il lavoratore in nero o l’azienda agricola o di trasformazione che non ce la fa».