La risposta ai problemi infrastrutturali che frenano lo sviluppo del settore agroalimentare nel nostro Paese, e in particolare nelle regioni del Nord Italia, è investire.
«Abbiamo a disposizione – ha detto il ministro delle politiche agricole, Teresa Bellanova partecipando a Bologna ai lavori di Grow!, l’action tank di Agrinsieme – 120 miliardi di euro spendibili da subito che vanno sbloccati. Le infrastrutture materiali e immateriali sono una priorità, su quelle occorre concentrarsi riducendo le discussioni su inutili perché a vantaggio del come intervenire per accelerare processi ormai ineludibili».
La dotazione delle infrastrutture viarie, digitali e del sistema idrico delle regioni del Nord Italia infatti appare buona rispetto al resto del Paese, ma sconta un netto gap se paragonata a quella di Regno Unito, Francia, Germania e Spagna, ovvero dei principali competitor comunitari dell’Italia.
Non deve quindi meravigliare se l’Italia non riesce a colmare il divario nell’export agroalimentare che la separa da questi Paesi, perché la competitività non si gioca solo sulla qualità, ma anche sui costi produttivi e logistici, in particolare per i prodotti agricoli freschi che viaggiano prevalentemente su gomma.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 3/2020
Infrastrutture, Nord Italia meglio del Sud ma c’è un gap con l’UE
di A. Mossini
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