In questo inizio di aprile nelle campagne italiane si è passati dall’irrigazione di soccorso per la siccità e le alte temperature alle gelate con intere colture bruciate dal repentino abbassamento termico.
In Emilia-Romagna ciò che si era salvato dopo l’ultima ondata di gelo del 18-20 marzo scorso, ora è andato perso. Mai come quest’anno, probabilmente, la frutta romagnola sparirà dai banchi del mercato come pure le ciliege del comprensorio vignolese. Lo sottolinea Confagricoltura regionale: «Il brusco e prolungato crollo delle temperature – con punte fino a meno 6 gradi in pianura – accompagnato un po’ ovunque da forti precipitazioni, gelate notturne e neve anche nella prima fascia collinare, ha interessato, in maniera estesa, tutta la regione e diverse produzioni agricole e vitivinicole».
Poco o nulla si raccoglierà – secondo Confagricoltura – sugli alberi di albicocche, susine, pesche, nettarine e ciliege nell’area che va da Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna fino a Bologna, Ferrara e Modena, in pianura e collina.
Sono in sofferenza, in Romagna, i vigneti del Sangiovese e del Trebbiano e quelli di uve bianche precoci, Pinot e Chardonnay; danni ingenti, nella zona di Modena, alle produzioni di Lambrusco e di Pignoletto ma anche ai ceraseti di amarene e ciliege del comprensorio vignolese.
Anche la Cia denuncia la difficile situazione che sta vivendo l’agricoltura a causa del colpo di coda dell’inverno che ha riportato le temperature sotto lo zero dalla Bassa all’Appennino. Secondo Antenore Cervi, presidente della Cia di Reggio Emilia, «gli interventi strutturali contro il gelo (come reti o ventole) sono solo parzialmente efficaci. Per questo chiediamo di rivedere gli strumenti assicurativi alla luce dei cambiamenti climatici che penalizzano fortemente l’intera Emilia-Romagna».
Non è andata meglio in Toscana: sette gelate in un mese e intere colture bruciate dal gelo. Oggi il settore dell’ortofrutta toscana conta i danni: la produzione di albicocche danneggiata quasi totalmente, si stima l’80%; nettarine e pesche dal 70 al 50% in meno.
Danni anche in Veneto, dove – denuncia Coldiretti- anche le grandi colture come l’orzo il frumento e pure le barbabietole le cui piantine che con le gelate notturne rischiano di essere compromesse nello sviluppo vegetativo.