La Manovra finanziaria prevede misure su controllo, gestione e contenimento della fauna selvatica. Prima fra tutte la possibilità per le Regioni di intervenire anche nelle zone vietate alla caccia, incluse aree urbane e aree protette.
“Positiva l’introduzione del Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica che auspichiamo – ha dichiarato Cia-Agricoltori Italiani – sia adottato entro i tempi stabiliti dalla norma”.
“Per affrontare l’emergenza – ha proseguito Cia – è necessario riformare radicalmente la legge 157/92. Inoltre, serve un sistema di indennizzi per gli agricoltori più efficiente e tempestivo. In questo senso – sottolinea Cia – gli emendamenti inseriti nella legge di Bilancio vanno nella giusta direzione. Ancora più che nelle città, però, è necessario intervenire rapidamente nelle aree interne e rurali.
“L’Italia è invasa da 2,3 milioni di cinghiali – ha affermato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – pertanto è necessario intervenire urgentemente. Il contenimento dei selvatici – ha evidenziato Prandini – va nella direzione di difendere la sicurezza delle persone e le produzioni agricole”.
“L’invasione di vie e piazze da parte dei selvatici viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che l’81% degli italiani – in base all’indagine Coldiretti/Ixè – pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti. Nell’ultimo anno è avvenuto un incidente ogni 41 ore con 13 vittime e 261 feriti gravi a causa di cinghiali e animali selvatici. Mentre negli ultimi dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti è praticamente raddoppiato sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat.
“La decisione del Governo di procedere con un programma di abbattimenti – secondo Confagricoltura – risponde alla esigenza di porre un freno alla diffusione della specie selvatica”. “Il compito – ha continuato Confagricoltura – sarà competenza del Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei Carabinieri.
La proliferazione di questi animali minaccia le attività agricole e l’incolumità dei cittadini. Ma è anche il principale viatico del temibile virus della Peste suina (PSA). Per questo è importante che l’emendamento preveda l’analisi igienico-sanitaria dei cinghiali abbattuti.
La diffusione del virus ha spinto vari Paesi a limitare e in alcuni casi a vietare l’import di prodotti italiani derivati da carni suine.
Il settore in Italia conta quasi 9 milioni di capi e 30.000 allevamenti. Ancora un export di 1,5 miliardi di euro nel 2021 con un fatturato di quasi 11 miliardi.
“Questo Governo – ha asserito Carlo Piccinini, presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari – dimostra di riuscire a trovare soluzioni di buon senso a problemi reali e quotidiani, prendendo le distanze da aprioristiche posizioni ambientaliste che non tengono conto del disequilibrio creato dal mancato contenimento della fauna selvatica, facendo entrare animali come i cinghiali in territori certamente non corrispondenti al loro habitat naturale”.