È un luogo comune errato a livello agronomico pensare che la soia non debba essere irrigata. Se nelle prime fasi la coltura sopporta bene gli stress idrici, anzi l’assenza di irrigazione facilita lo sviluppo radicale, durante le fasi fenologiche di sviluppo e riempimento dei baccelli l’acqua diventa un fattore di elevata importanza sia per la resa sia per la qualità. Oggi, grazie ai sensori di umidità in campo, irrigare nel momento corretto e nella giusta quantità è molto più facile, a vantaggio di costi ed ambiente.
Progetto «Soia italiana – filiera da reddito» in collaborazione con Sipcam Italia