Il Tar di Bari ha annullato la graduatoria della misura 4.1.A del Piano di sviluppo rurale della Puglia, destinata agli investimenti materiali e immateriali finalizzati a migliorare la redditività, la competitività e la sostenibilità delle aziende agricole singole e associate. Con oltre 182 milioni di euro di dotazione è una delle misure più importanti del Psr 2014-2020.
Ora la Regione dovrebbe rifare completamente la graduatoria.
Su questa e altre misure del Psr pugliese il Tar era già intervenuto in seguito a svariati ricorsi presentati da agricoltori esclusi dalle graduatorie, con un effetto caos che ora cresce ancora.
Il direttore del Dipartimento agricoltura della Regione Puglia Gianluca Nardone e l’Autorità di gestione del Psr Rosa Fiore in un comunicato hanno cercato di chiarire la situazione e rassicurare il mondo agricolo. «È importante ricordare – dicono – che la graduatoria annullata era stata determinata dalla Regione, in sostituzione della precedente del novembre 2017, sulla base di verifiche operate in attuazione di quanto disposto dalle ordinanze del settembre 2018 emanate dello stesso Tar di Bari nell’ambito di un precedente ricorso».
«La graduatoria annullata, tra l’altro, era stata “legittimata” dallo stesso Tar con una successiva sentenza sulla parallela Sottomisura 6.1. La sentenza odierna impone alla Regione Puglia la verifica del dato dichiarato dalle imprese relativo all’incremento di reddito (oggetto del ricorso) per tutti i 3.212 progetti presentati, diversamente da quanto indicato dalle citate ordinanze del 2018 che limitavano l’accertamento a soli 764 progetti, con conseguente rideterminazione della graduatoria».
«È opportuno chiarire – concludono – che la sentenza non avrà conseguenze per coloro a cui sono stati già concessi i finanziamenti».
La sentenza del Tar si inserisce in un contesto già difficile: secondo gli ultimi dati Il Psr pugliese è l’ultimo in Italia per avanzamento di spesa: solo il 31,26% contro una media nazionale del 46,3%