Dalla legge sul giusto prezzo agricolo lungo la filiera al piano di insediamento abitativo nelle aree rurali, dalla sperimentazione in campo aperto delle nuove tecniche genomiche all’ora di educazione alimentare nelle scuole. Queste alcune delle richieste lanciate da Cia-Agricoltori Italiani alla IX Conferenza economica, in corso oggi e domani al Palazzo dei Congressi di Roma, e contenute in un Manifesto, da far sottoscrivere alle istituzioni.
Dopo anni di disinteresse, la politica si è finalmente accorta del ruolo strategico dell’agricoltura – ha detto il presidente di Cia, Cristiano Fini, in apertura dei lavori – ci è voluta una pandemia globale, una guerra e una crisi energetica per mettere tutti d’accordo sull’importanza del settore, che però ora merita interventi strutturali, risorse adeguate e tempi certi per fare davvero la differenza».
«Riportare le “Agricolture al Centro”, come recita lo slogan della nostra Conferenza – ha spiegato Fini – vuol dire unire le forze e fare presto e bene». A partire dagli 8 miliardi del Pnrr riservati al comparto, tra la gestione del Masaf e quella del Mase, investendo su innovazione e ricerca per ottimizzare le produzioni; logistica e trasporti per connettere aree e mercati; agroenergie per ridurre la dipendenza dall’estero e incentivare la transizione green; cultura del Made in Italy per difendere la qualità e la tipicità dell’agroalimentare tricolore contro falsi, etichette fuorvianti e cibo sintetico.
Tutti punti che trovano spazio nel Manifesto di Cia, presentato ai ministri Francesco Lollobrigida, Antonio Tajani, Raffaele Fitto, al viceministro Maurizio Leo, al commissario Ue Janusz Wojciechowski e a 600 imprenditori. Un documento programmatico per definire un nuovo progetto di Sistema Paese «con l’agricoltura protagonista, basato su rapporti di filiera e di mercato; servizi infrastrutture e aree rurali; clima energia e ambiente; orizzonte Europa».