Nei giorni scorsi il nuovo presidente della Fnsea (il principale sindacato degli agricoltori francesi) Arnaud Rousseau ha chiesto aiuti d’urgenza da «50 a 100 milioni di euro» per aiutare i produttori biologici che «stanno attraversando una crisi senza precedenti». «È urgente aiutare i produttori biologici che sono attualmente in grande difficoltà e ci vuole un piano massiccio» ha sottolineato il capo della Federazione nazionale dei sindacati degli agricoltori alla radio France Info.
«Il governo lo ha fatto quando si è trattato di aiutare i viticoltori dopo le gelate (per 300 milioni di euro) o i produttori di suini in piena crisi (270 milioni). Ora dobbiamo aiutare il biologico e il progetto che è stato annunciato per 10 milioni di euro non è all’altezza della sfida» ha detto Rousseau. «Dobbiamo ottenere rapidamente dai 50 ai 100 milioni di euro se vogliamo un’agricoltura biologica locale; l’obiettivo non è importare prodotti biologici, ma produrli qui».
In Francia il mercato del biologico ha subito un’inversione di tendenza dopo dieci anni di crescita a due cifre, che aveva favorito la conversione degli agricoltori convenzionali a queste tecniche di produzione. L’offerta di prodotti biologici sta ora superando la domanda, con le vendite nei supermercati che dovrebbero diminuire del 7,4% nel 2022, secondo gli analisti, e ciò spinge alcuni produttori a gettare la spugna.
L’agricoltura biologica francese conta attualmente circa 60.000 produttori sul 10% delle superfici coltivate nel Paese, con l’obiettivo di salire al 18% delle superfici entro il 2027 ei al 25% entro il 2030. «Prima di puntare al 18%, salviamo le aziende che attualmente sono in grossa difficoltà» ha insistito Arnaud Rousseau.
La cifra di 10 milioni di euro, annunciata dal governo durante il Salone dell’agricoltura di Parigi a fine febbraio, era stata giudicata «sprezzanteÐ dal settore biologico transalpino.