La Commissione europea ha pubblicato un documento riassuntivo della consultazione pubblica chiusa nel luglio scorso sull’utilizzo delle nuove tecniche di miglioramento genetico delle piante, le Nbt (o Tea). Complessivamente, quattro su cinque (il 79%) partecipanti alla consultazione hanno riscontrato che le disposizioni vigenti della normativa sugli ogm non sono adeguate alle piante ottenute mediante mutagenesi o cisgenesi mirata. Questo punto di vista è stato espresso dalla grande maggioranza dei cittadini europei e di Paesi terzi, dal mondo della ricerca, dalle associazioni imprenditoriali e dalle autorità pubbliche, nonché dalla maggioranza dei sindacati.
Con buona pace dell’agguerrito fronte del «no a tutto», quindi, è chiara la richiesta a Bruxelles di modificare la legislazione in materia che risale al 2001, quando queste tecnologie nemmeno esistevano, ed è perciò inadeguata.
Il risultato della consultazione ha dato spunto a Filippo Gallinella, presidente uscente della Commissione agricoltura della Camera, per chiedere che il nuovo Parlamento italiano prosegua il lavoro normativo per lo sviluppo di queste innovative tecniche.
«Sono contento di aver depositato come primo firmatario, nel dicembre 2021, una proposta di legge per permettere la ricerca in campo aperto sugli organismi prodotti con tecniche di genome editing (mutagenesi sitodiretta) e cisgenesi, per fini sperimentali e scientifici sotto l’egida della ricerca pubblica» ha detto Gallinella.
«L’Italia ha tutti gli strumenti per essere un Paese leader. Se vogliamo rispettare gli obiettivi ambientali che a livello comunitario e globale ci stiamo ponendo, ovvero producendo sempre più con meno input, l’unica risposta può provenire dalla ricerca».
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 33/2022
I cittadini chiedono un passo avanti sulle Nbt
di A. Di Mambro
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