Gdo indifferente allo sfruttamento del lavoro agricolo

raccolta pomodoriIpermercati e supermercati sono poco attenti al rispetto dei diritti umani nelle filiere agricole. Il Rapporto “Al giusto prezzo” di Oxfam, organizzazione non governativa (ong) impegnata sui temi dello sviluppo e del miglioramento delle condizioni di vita, chiama in causa la grande distribuzione organizzata sul problema dello sfruttamento del lavoro nelle campagne, un fenomeno che per un’efficace azione di contrasto richiede uno sguardo più ampio sull’intera filiera di produzione – spiega l’ong – senza limitarsi alle dinamiche che si esauriscano sul campo.

Nessun alibi, ovviamente, per chi sfrutta in campagna i lavoratori, per chi paga salari da fame, per chi alimenta il circuito del lavoro irregolare. Ma ignorare le ingiustizie che subiscono i produttori di piccola taglia e i lavoratori che operano nelle filiere agroalimentari italiane, in un contesto in cui, in media, i supermercati si appropriano di una quota sul prezzo finale al consumo di quasi il 50%, lasciando appena l’8% nelle tasche di agricoltori e braccianti, equivarrebbe a negare un imperativo morale che coinvolge non solo la grande distribuzione, ma anche i suoi finanziatori e i consumatori finali.

L’impegno con cui i 5 maggiori operatori italiani della grande distribuzione (Coop, Conad, Esselunga, Gruppo Selex ed Eurospin) stanno affrontando il tema dei diritti umani nelle proprie filiere di produzione, non sembra sufficiente a eliminare lo sfruttamento e gli abusi nelle campagne.

La pagella stilata da Oxfam su quattro temi chiave (trasparenza, diritti dei produttori di piccola scala, diritti dei lavoratori agricoli e diritti delle donne) evidenzia solo in tre casi l’avvio di un percorso di sostenibilità sociale, seppure con diversi livelli di impegno. La valutazione ha preso in esame unicamente la documentazione pubblica disponibile, in mancanza di materiale aggiuntivo fornito dagli interessati, con la sola esclusione di Coop.

Ad eccezione di quest’ultima, per cui l’analisi rivela un grado più avanzato di consapevolezza e azione sul tema dei diritti umani nelle filiere, la maggior parte dei retailer italiani analizzati – si legge nel Rapporto – ottiene punteggi decisamente bassi, se non nulli, in tutte le aree di indagine. Tra i Big-5, nessuna insegna raggiunge un punteggio medio del 30%; al contrario, 4 su 5 risultano anche al di sotto del 10%, con Selex ed Eurospin attestati a zero, dal momento che per entrambi i gruppi non è stato possibile rintracciare alcun documento pubblico o dichiarazione relativa al tema dei diritti umani nelle filiere.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 44/2018 a pag. 16
Gdo corresponsabile nello sfruttamento del lavoro agricolo
L’articolo completo è disponibile anche sulla Rivista Digitale