Fieragricola ha aperto i battenti oggi con l’imponente manifestazione di Coldiretti sugli enormi danni causati all’agricoltura dalle specie aliene – su tutte la cimice asiatica – la cui diffusione è favorita dai cambiamenti climatici.
Una manifestazione che ha coinvolto le regioni del Centro-nord Italia con la partecipazione di agricoltori, assessori e sindaci di tutte le regioni, dal Piemonte alle Marche.
Il presidente della Confederazione, Ettore Prandini, ha illustrato al ministro delle politiche agricole Teresa Bellanova e alle altre autorità presenti un dossier con numeri impressionanti: 48.000 aziende colpite in Italia con un danno che supera 740 milioni di euro.
L’impatto è pesante anche sull’occupazione, con una perdita stimata di oltre mezzo milione di giornate di lavoro nel corso del 2019 secondo elaborazioni Coldiretti su dati Cso Italy.
La cimice asiatica – ha affermato Prandini – deve essere dichiarata una calamità naturale europea e per questo motivo anche l’Europea deve predisporre interventi economici diretti a risarcimento dei danni subiti dagli imprenditori italiani. La protesta continuerà se non arriveranno risposte dai Ministeri dell’ambiente, della salute e dalla stessa Unione Europea.
Contro questa calamità, che deve essere dichiarata eccezionale – ha sottolineato il ministro delle politiche Teresa Bellanova – occorre lavorare in modo unitario, indipendentemente dallo schieramento politico, perché per combattere la cimice serve l’energia di tutti. L’Italia si è già attivata con lo stanziamento di 80 milioni di euro per risarcire i danni subiti, che ora devono essere impiegati rapidamente. Adesso bisogna ottenere dall’Abi, l’Associazione bancaria italiana, la disponibilità ad andare oltre i 12 mesi sulla moratoria dei mutui. Servono anche risposte concrete e rapide dalla Commissione europea, che stiamo sollecitando grazie al lavoro di squadra di tutti i parlamentari europei, e che però riteniamo debba trovare le risorse non dal bilancio agricolo.
Il ministro ha poi evidenziato la necessità di rafforzare il servizio fitosanitario nazionale, che deve essere lo strumento per monitorare il territorio e fare in modo che non vengano introdotte in Italia merci trattate con prodotti non autorizzati a tutela del made in Italy