«Concimare correttamente il mais significa soddisfare le sue esigenze nutrizionali soprattutto tra levata ed inizio fioritura, in modo particolare per quanto riguarda l’azoto, il cui assorbimento è massimo in queste fasi fenologiche. Non bisogna dimenticare però che un’ottimizzazione della gestione colturale, fondamentale per la redditività della coltura, richiede una particolare attenzione in determinati momenti chiave: è importante partire bene e quindi assicurare un buon sviluppo iniziale al mais con delle fertilizzazioni starter, quelle cioè che potenziano il vigore di partenza della pianta».
Per Massimo Blandino, docente di agronomia e colture erbacee dell’Università di Torino, le fasi iniziali del mais sono fondamentali per la riuscita della campagna: «due sono gli elementi fondamentali per questo obiettivo: il fosforo, che per quanto presente nel terreno spesso non è completamente disponibile per la coltura, e l’azoto, che sebbene in misura minore rispetto al fosforo gioca comunque un ruolo importante per far partire subito il mais».
Per Blandino un altro momento chiave è la maturazione della coltura: «soprattutto nei terreni più sciolti e sabbiosi, dove le frequenti irrigazioni possono portare ad una più elevata lisciviazione dell’azoto, è vantaggioso nutrire adeguatamente la coltura anche nelle fasi finali del ciclo colturale, prediligendo concimi contenenti azoto stabilizzato, quindi a lenta cessione, oppure agrotecniche come la fertirrigazione. I concimi con azoto stabilizzato possono essere impiegati sul mais senza complicare la gestione aziendale con due modalità principali, in concimazione di fondo prima della semina o alla semina garantendo disponibilità, e quindi nutrizione della coltura, in tutte le prime fasi, o anche prima della levata, assicurando la disponibilità di azoto anche durante le fasi della maturazione, a tutto vantaggio della resa in granella o trinciato»