Italia, Grecia e Repubblica Ceca hanno bocciato a Bruxelles il testo di compromesso sull’etichettatura di origine e nutrizionale proposto dalla presidenza tedesca. Senza l’unanimità, non possono essere adottate conclusioni del Consiglio, ma conclusioni della presidenza, formula politicamente più debole.
«Esprimo il mio rammarico per la decisione della presidenza di non voler accogliere le nostre proposte – ha dichiarato la ministra Teresa Bellanova – prendiamo atto della decisione di adottare conclusioni della presidenza, che come tali non rappresentano la posizione del Consiglio né tantomeno dell’Italia».
«Questa decisione – aggiunto – non fotografa l’esito delle discussioni che sono state molto divisive sul tema; spiace constatare che la presidenza su questo argomento non è neutrale. Con Grecia e Repubblica Ceca presenteremo una dichiarazione congiunta da mettere a verbale per il dibattito dei prossimi mesi».
Cipro ha votato a favore ma condivide i punti della dichiarazione comune di Italia, Grecia e Repubblica Ceca. Lettonia, Ungheria e Romania, che inizialmente si erano schierati su posizioni critiche rispetto al documento della presidenza tedesca, alla fine hanno votato a favore.
Il no della Bellanova all’adozione del Nutriscore ha suscitato un coro di approvazione nel nostro Paese: «Bene ha fatto la ministra a comportarsi con la massima coerenza a difesa di produttori aziende e consumatori, fino all’epilogo di questa sera» ha detto Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza cooperative Agroalimentari.
«L’etichettatura nutrizionale, che deve aiutare i consumatori a una scelta consapevole per calibrare le proprie scelte alimentari – commenta Mercuri – non può penalizzare produzioni di eccellenza del nostro made in Italy, dai formaggi all’olio, ma deve piuttosto assolvere alla funzione di informare in modo corretto il consumatore».
«L’etichettatura nutriscore francese come quello a semaforo adottato in Gran Bretagna – rileva Coldiretti – influenzano il consumatore, con un bel verde, a scegliere prodotti con ingredienti di sintesi e a basso costo spacciandoli per più salutari».
«Un sistema fuorviante, discriminatorio ed incompleto e – sostiene la Coldiretti – finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta».
Soddisfazione per lo stop anche da Cia e Confagricoltura, da Federalimentare e da Filiera Italia.