Etichette alimentari tra «semaforo» e «batteria»

etichetta Nutriscore

In materia di etichettatura degli alimenti Roma e Parigi si preparano a una battaglia comune sull’indicazione di origine, ma sono agli antipodi sulle informazioni nutrizionali, leggi «semaforo», anzi nutriscore.

Passi concreti dell’Ue, che sui due temi non riesce da anni a trovare una sintesi tra Paesi, sono attesi al massimo per la prossima primavera. Per quanto riguarda l’origine, se non succede nulla di nuovo, il 1° aprile entra in vigore il regolamento Ue che metterà fine alle sperimentazioni dei regimi di etichettatura di origine in corso dal 2016 in Italia, Francia e altri sei Paesi.

Ma la battaglia più aspra si profila sulle informazioni nutrizionali in etichetta, il cosiddetto «semaforo». Se c’è una cosa che tutti i governi italiani senza distinzione di colore politico hanno sempre contrastato in materia di etichettatura alimentare è stata proprio il «semaforo». Eppure, la versione francese di questo sistema, il nutriscore, sta facendo proseliti in Europa, frutto di un’offensiva diplomatica francese senza precedenti.

Il nutriscore al momento è raccomandato e adottato su larga scala solo in Francia, Belgio e Svizzera, con Nestlè unico attore di peso della filiera alimentare europea che ha iniziato ad usarlo in quei mercati.

Su questo tema l’Italia ha presentato a partner e industria il suo «modello a batteria», frutto dello sforzo coordinato di più ministeri e che ha l’appoggio di tutta la filiera agroalimentare nazionale. Con un limite grande e forse fatale: contrariamente agli altri, non è mai stato testato sul campo.

«Presenteremo uno studio scientifico» ha detto la ministra Teresa Bellanova a margine del Consiglio agricoltura. A Bruxelles aspettano i risultati.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 1/2020
Tra «semaforo» e «batteria» la guerra delle etichette
di A. Di Mambro
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