Energia elettrica da fonti rinnovabili: gli aiuti prendono forma

Prime indiscrezioni sul decreto ministeriale per incentivare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (il cosiddetto Fer 2).
Il provvedimento, ancora in bozza, prevede che gli incentivi siano determinati attraverso la fissazione di una tariffa di riferimento che, per gli impianti di biogas di potenza inferiore a 300 kW, è al momento fissata a 250 euro/MWh, con una vita utile convenzionale dell’impianto di venti anni. Tale valore fa da riferimento per una procedura d’asta al ribasso, in modo da aumentare l’efficienza complessiva del sistema di incentivazione, ridurre i costi e stimolare la concorrenza.

L’erogazione degli incentivi è eseguita dal Gse, utilizzando la tariffa onnicomprensiva per gli impianti di potenza non superiore a 300 kW. È concesso tuttavia ai beneficiari di optare per il criterio applicato per gli impianti di potenza superiore («tariffa a due vie»).

Gli incentivi sono destinati sia alla realizzazione di nuovi impianti sia per la riattivazione di quelli dismessi e per il rifacimento e il potenziamento di impianti esistenti.
Di particolare interesse per gli impianti di biogas e biomasse agricole sono i requisiti specifici per l’accesso agli incentivi, in termini di matrici che possono essere utilizzate. C’è uno specifico allegato dove sono riportate le tipologie di sottoprodotti e prodotti da utilizzare, le soglie minime e massime fissate in base alla matrice utilizzata e le regole in materia di origine aziendale del materiale impiegato.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 30/2022
Impianti da energie rinnovabili: prime indicazioni per l’accesso agli incentivi
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