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Intervista a Michele Pasti,
agricoltore.
Esiste un trattamento di post-emergenza effettivamente selettivo per la coltivazione del mais? È questo il quesito più frequente dei maiscoltori, i quali, periodicamente, sono obbligati a fronteggiare le problematiche connesse alla presenza delle malerbe in campo. Ne sa qualcosa la famiglia Pasti che attualmente semina circa 200 ettari di mais a Terzo d’Aquileia (Udine). La Tenuta Salmastro, della quale Michele Pasti è amministratore, dedica una minuziosa attenzione alla gestione delle erbe infestanti, al fine di garantire la massima resa del prodotto finale.
A quale conclusione siete arrivati nella gestione post-emergenza?
Dal nostro punto di vista, la soluzione migliore risiede nella combinazione ponderata tra i prodotti Adengo Xtra e Laudis, entrambi di Bayer. Ovviamente le molecole vengono utilizzate in base alle effettive necessità, cercando di volta in volta il giusto equilibrio in base ai livelli pluviometrici e alle temperature.
Normalmente, utilizziamo Laudis dalla seconda alla quinta foglia del mais, quindi fino a un mese e mezzo dal momento della semina. All’inizio abbiamo testato il prodotto su un appezzamento di un ettaro, successivamente ne abbiamo ampliato l’impiego tanto che oggi trattiamo l’intera superficie.
Qual è la carta vincente di Laudis, che vi ha convinto a estenderne l’utilizzo?
Sicuramente l’efficacia totale sulle malerbe e l’assenza di invasività sulla pianta di mais. Questi fattori sono determinanti nella scelta di un prodotto. La nostra attenzione è altissima e cerchiamo l’eccellenza nella granella finale.
Raccogliamo la granella ben prima del raggiungimento del 22% di umidità ed eseguiamo un’attenta essicazione (in house) a temperature tra i 90 e i 95 °C. Laudis ci consente di mantenere perfettamente integra la pianta del mais, rendendola più robusta e meno suscettibile ad attacchi esterni. Abbiamo inoltre notato che, a trattamento