Gli Stati Uniti lasciano invariata in valore la lista dei prodotti europei soggetti ai dazi previsti come ritorsione per gli aiuti illegali ad Airbus, optando per non mettere in atto la minaccia di aumentarli al 100% dall’attuale 15% e 25% e di includere nella lista, che ha un valore di 7,5 miliardi di dollari, altri 3,1 miliardi di prodotti.
La decisione era attesa con molto timore perché le minacce dell’Amministrazione Trump erano appunto di aumentare i dazi già esistenti (che per l’Italia riguardano principalmente formaggi, salumi e liquori) e di estenderli ad alti prodotti come pasta, vini e olio.
Ora verranno rimossi dalla lista dei dazi alcuni prodotti da Grecia e Gran Bretagna, e un valore equivalente sarà invece aggiunto a Francia e Germania.
«Si tratta di una decisione – afferma il sottosegretario al Ministero degli esteri Ivan Scalfarotto – che premia gli sforzi del governo e in particolare della Farnesina e della nostra Ambasciata a Washington, nel mantenere un costante canale di dialogo con le autorità americane responsabili della politica commerciale».
Con la decisione dell’Ustr (United States Trade Representive) di non chiedere alcun dazio aggiuntivo alle produzioni Made in Italy, Washington stavolta ha mostrato il volto più buono per l’Italia e per le eccellenze della tavola, di fatto estranee al contenzioso Usa-Ue sulla vicenda Airbus.
Soddisfazione si registra tra tutte le organizzazioni, Coldiretti, Confagricoltura, Filiera Italia, Federvini, Origin Italia e la Cia-Agricoltori Italiani che chiede «nuove soluzioni negoziali che azzerino la stangata ancora in vigore (+25%) imposta su formaggi, salumi e liquori italiani».
Per la ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova «adesso più che mai non è tempo di guerre commerciali. Continueremo a sostenere e incoraggiare il commissario Ue al commercio Phil Hogan a compiere ogni sforzo negoziale per la ricerca di una soluzione che garantisca benefici reciproci».