I campi italiani passati in poco più di mese dalla siccità alle alluvioni di una delle regioni più produttive del Paese. La Spagna e il Portogallo fiaccate da due anni senza precipitazioni. La Francia, potenza agricola del Continente, con due terzi delle acque di falda a livelli critici. È l’emergenza che spinge i quattro Paesi a unire le voci e chiedere all’Ue aiuti straordinari per salvare l’agricoltura in ginocchio.
E, in un documento congiunto discusso a Bruxelles, le delegazioni propongono di usare la riserva della Politica agricola comune e di «aumentare il livello dei tassi di pagamento anticipato ad almeno il 70% nel caso degli aiuti diretti e ad almeno l’85% per gli aiuti concessi nell’ambito dello sviluppo rurale della Pac.
«Il governo è impegnato sul piano interno e internazionale a individuare tutte le risorse disponibili per affrontare la fase emergenziale delle alluvioni in Emilia-Romagna e quella strutturale per la ricostruzione» ha sottolineato il ministro italiano, Francesco Lollobrigida, a margine dei lavori durante i quali molti colleghi hanno espresso solidarietà all’Italia per le vite umane perse e per i danni.
Mentre la riunione era ancora in corso, il ministro è dovuto rientrare in Italia, e a spiegare la posizione italiana è rimasto il vice-ambasciatore presso l’Ue, Stefano Verrecchia. Roma, ha fatto sapere, chiede l’intervento Ue a sostegno in particolare di frutteti, colture in serra, vigneti e allevamenti, che necessitano di sforzi eccezionali.
Nella riserva di crisi Pac, che vale circa 450 milioni l’anno, restano però solo 250 milioni, come ha specificato il commissario Ue all’agricoltura, Janusz Wojciechowski. La riserva è stata già usata quest’anno per oltre 17 milioni per l’emergenza aviaria in Polonia, 27,7 all’Italia per lo stesso motivo, 156 milioni impegnati per la crisi dei prezzi dei cereali innescata dalle importazioni di grano ucraino in Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria e Slovacchia.
«A giugno proporremo la distribuzione della rimanente parte della riserva di crisi per i restanti 22 Stati membri» ha spiegato il politico polacco, indicando che Bruxelles terrà conto dei Paesi nei quali gli agricoltori sono stati più colpiti.
«Abbiamo messo in evidenza che il fondo di riserva Pac non è sufficiente se vogliamo affrontare in modo strategico le avversità climatiche» è tuttavia il parere di Lollobrigida. Una possibile sponda potrebbe allora arrivare dalla Croazia, che ha proposto di cominciare già da ora una riflessione per migliorare gli attuali strumenti di gestione delle crisi dell’agricoltura, come parte della futura Pac».