Nella vicenda della contestata Convenzione tra Agea e Caa, che ha suscitato le proteste delle categorie dei liberi professionisti, arriva un lungo comunicato stampa di Agea che intende chiarire la propria posizione e rispondere alle accuse. Ne riportiamo alcuni passi essenziali (testo completo in fondo alla news).
«Recenti dichiarazioni contenute in alcuni comunicati stampa e note diffuse in questi giorni sul tema della nuova convenzione Agea-Caa – scrive l’Agenzia – spingono a doverose e obbligatorie puntualizzazioni per impedire il rischio di fraintendimenti a danno del corretto svolgimento delle funzioni proprie di Agea».
«La clausola in contestazione si pone nel quadro delle scelte strategiche avviate dall’Agenzia, in relazione alla evoluzione dei sistemi tecnologici di rilevazione dei dati e di digitalizzazione dei processi e, al conseguente arricchimento delle informazioni del fascicolo, anche nella prospettiva della nuova programmazione comunitaria post 2020 e, della necessità di rafforzare la funzione e l’utilizzo dei dati degli agricoltori contenuti nel Sian, riconosciuta come banca dati di interesse nazionale, attraverso la quale Agea eroga oltre 5 miliardi di risorse pubbliche annue e, quindi, degna della massima tutela possibile anche in relazione alla sensibilità dei dati in essa contenuti».
«Ciò premesso, occorre precisare che Agea non ha alcuna intenzione di escludere dall’accesso al Sian 2.500 professionisti; inoltre, è opportuno ricordare che ad oggi gli accessi al Sian autorizzati da Agea agli operatori dei Caa per le funzioni delegate, sono in totale circa 3.500 e che, di questi, meno di mille fanno riferimento a professionisti iscritti ad Albi e Collegi, molti dei quali già dipendenti di Caa. È anche opportuno precisare che, ad oggi, i Caa che fanno riferimento a vario titolo agli Albi e Collegi gestiscono meno del 6% del totale dei fascicoli aziendali di Agea».
«Al fine di chiarire poi il carattere eminentemente istituzionale e la natura organizzativa della scelta convenzionale adottata da Agea, si sottolinea che la stessa consente di garantire che i soggetti privati, preposti all’esercizio di attività amministrative di competenza di un Ente pubblico, assicurino il rispetto del principio di imparzialità amministrativa. I Centri di Assistenza Agricola operano su delega di Agea Ente Pubblico e, pertanto, debbono garantire assetti organizzativi e funzionali conformi a quelli che la legge italiana pone a carico delle pubbliche amministrazioni in materia di imparzialità e conflitto d’interessi».
«Le ragioni di Agea, oggetto di contestazione, sono ampiamente motivate, giustificate e coerenti anche con la regolamentazione comunitaria, in ragione del fatto che rientra nei compiti della Stato Italiano garantire il corretto esercizio delle funzioni delegate e, della Commissione europea controllare che ciò avvenga, pena pesanti correzioni finanziarie in capo ai contribuenti italiani».
«Sul piano dell’ordinamento interno, giova ricordare inoltre che, sulla base di un percorso ampiamente partecipato, sia a livello istituzionale che politico, le scelte contenute nella convenzione sono state corroborate dai necessari approfondimenti tecnico-giuridici e, soprattutto, dal parere specificamente e formalmente reso dall’Agenzia Nazionale per la Concorrenza ed il Mercato (Agcm) che ha valutato positivamente l’intervento organizzativo di Agea».
È lecito nutrire qualche dubbio sul fatto che queste spiegazioni soddisfino le organizzazioni che rappresentano i liberi professionisti agronomi, agrotecnici e periti agrari.