Un budget di 29, 5 milioni di euro in due anni, da suddividere su 4 filiere differenti. È quanto prevede il recente decreto che istituisce il fondo per la competitività delle filiere delle carni ovicaprine, delle proteine vegetali (legumi e soia), del mais e del latte bufalino.
Per accedere al regime di aiuto è necessario che l’agricoltore beneficiario sottoscriva un contratto di filiera con il primo acquirente. Il modello ripropone in sostanza quello da qualche anno adottato per il frumento duro.
Nel settore bufalino, danneggiato dall’emergenza Covid-19, è concesso un aiuto pari a 0,10 euro per litro di latte a favore delle imprese di trasformazione che ritirano la materia prima e la congelano, per poi utilizzarla nella produzione di prodotti dop. In questo caso è sufficiente rispettare i contratti in essere antecedenti al 1° marzo scorso.
Per la filiera del mais e delle proteine vegetali, i contratti devono avere una durata almeno triennale e l’aiuto riconosciuto è fino a 100 euro/ha.
Nel caso della filiera degli allevamenti ovini e caprini, è concesso un aiuto fino a 9 euro per ogni capo macellato e certificato igp e fino a 6 euro per quelli non igp. In entrambi i casi gli animali devono essere nati, allevati e macellati in Italia, nel periodo che va dal 1° marzo al 30 aprile dell’anno precedente a quello della domanda.
Il Mipaaf intende velocizzare al massimo l’erogazione dei contributi pubblici e ha autorizzato Agea a eseguire un pagamento in acconto pari al 70% del contributo spettante successivamente alla presentazione della domanda.