Aiuti e non sussidi per realizzare il Piano per l’efficientamento della rete idraulica del Paese, un concreto contributo nel quadro del Green New Deal e nella prospettiva del Recovery Plan. È quanto sostiene, all’indomani della fiducia delle Camere al nuovo Esecutivo, il presidente dell’Anbi, l’Associazione nazionale Consorzi per gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue, Francesco Vincenzi.
«Avere un cospicuo pacchetto di 858 progetti definitivi e in avanzato iter procedurale capaci di garantire 21.000 posti di lavoro con un investimento di oltre 4,3 miliardi, è un tassello determinante per rispettare le scadenze comunitarie, contribuendo ad un nuovo modello di sviluppo per il Paese» precisa Vincenzi.
«L’importante è fare presto e fare bene, con le istruttorie completate entro il 2023, conclusione e rendicontazione dei lavori entro il 2026».
Secondo il direttore generale dell’Associazione, Massimo Gargano, «riportare la potenzialità degli invasi italiani alle quote originarie significa dotare il territorio di un enorme serbatoio a servizio della multifunzionalità della risorsa idrica. Dati da cui emerge la piena sintonia con le compatibilità fra ambiente, sviluppo ed economia indicate nel programma del presidente del Consiglio».
Gargano lancia anche un appello al ministro del lavoro, Andrea Orlando, per un confronto sulle opportunità occupazionali offerte dal Piano.