«Da quando è iniziata la pandemia in Italia il 57% delle 730.000 aziende agricole nazionali ha registrato una diminuzione dell’attività con un impatto che varia da settore a settore, dall’allevamento al vino, dall’ortofrutta all’olio, dai fiori alle piante senza dimenticare la pesca».
È quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini dell’incontro dei presidenti dell’Organizzazione nel sottolineare che l’obiettivo di un adeguato livello di approvvigionamento alimentare torna ad essere un tema di sicurezza nazionale per ii quale un sostegno importante può arrivare dalle risorse rese disponibili dal Recovery fund. All’incontro hanno preso parte il ministro della salute Roberto Speranza, il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli e il ministro delle politiche agricole Teresa Bellanova, assieme ai presidenti della Coldiretti provenienti da tutte le regioni.
«I problemi pandemici che hanno portato all’interruzione delle catene di approvvigionamento, le difficoltà vissute in termini di mobilità delle merci e dei servizi, rendono strategico investire nel settore – ha sottolineato Prandini – aumentando la capacità di resilienza delle filiere agroalimentari nazionali anche con investimenti infrastrutturali per rilanciare la competitività del Paese con le risorse in arrivo dall’Europa dopo il raggiungimento dell’accordo».
«L’allarme globale provocato dal Coronavirus – ha precisato Prandini – ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico della filiera del cibo e delle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma ne sta però mettendo a nudo tutte le fragilità sulle quali è necessario intervenire con un piano nazionale per difendere la sovranità alimentare e non dipendere dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali».
Serve un impegno per l’innovazione con l’agricoltura 4.0 di precisione per arrivare a coinvolgere il 10% della superficie coltivata in Italia con lo sviluppo di applicazioni su diversi fronti: dall’ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali, dalla minimizzazione degli impatti ambientali con sementi, fertilizzanti, agrofarmaci fino al taglio dell’uso di acqua e del consumo di carburanti.