«L’eccessiva proliferazione di cinghiali è una emergenza che si è aggravata nel tempo ed oggi non è più sostenibile. Il nostro Paese e, con esso, una parte importante del Made in Italy agroalimentare, è minacciato dalla Peste suina africana (Psa)».
Per questo motivo la ministra Teresa Bellanova ha annunciato l’adozione di un decreto legge per disporre l’adozione di un Piano nazionale, quale sommatoria di piani regionali di gestione e controllo delle popolazioni di cinghiali per prevenire la diffusione della peste suina africana.
La bozza di norma, ha precisato Bellanova, nel corso del Question Time alla Camera, «non introduce nuove forme di contenimento ma la semplice applicazione, in via preventiva, delle disposizioni già esistenti, con l’obiettivo di ridurre il rischio contagio, impossibile da gestire considerata anche la particolare conformazione del nostro territorio».
Occorre, ha detto la ministra, «un’azione decisa, da assumere ora senza attendere l’arrivo dell’infezione». Ma anche «effettuare un monitoraggio serio delle popolazioni di cinghiali presenti nel nostro Paese, per mettere in atto azioni correttive dove questa presenza rappresenta un pericolo riguardo anche l’incolumità delle persone. Tra l’altro, l’eccessiva proliferazione di cinghiali rappresenta una grave minaccia anche per la biodiversità».
«Sono anni che segnaliamo la gravità della situazione – ha detto il vicepresidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Mauro Di Zio -: riscontriamo ora il giusto approccio di fronte a una criticità non più rinviabile, tenuto conto dei danni sempre maggiori per le aziende agricole e i rischi alti per l’incolumità dei cittadini, non solo delle aree rurali».
«Non possiamo farci trovare impreparati sulla minaccia della peste suina africana. È un pericolo reale che va allontanato, con il supporto ed il sostegno concreto del Governo» ha sottolineato Confagricoltura, valutando positivamente l’annuncio della ministra Bellanova di un decreto d’urgenza che verrà predisposto di concerto tra i Ministeri delle politiche agricole e della salute.
Oltre otto italiani su 10 (81%) – sottolinea Coldiretti – pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero. La proliferazione senza freni dei cinghiali – conclude la Coldiretti – sta mettendo anche a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico.