Ci voleva il morto per perché gli allarmi sul proliferare della popolazione di cinghiali in tutta Italia finisse sulle prime pagine dei giornali. L’incidente stradale di pochi giorni fa sull’Autostrada A1 tra Lodi e Casalpusterlengo causato da un cinghiale, che ha provocato una vittima e diversi feriti, è in realtà solo l’ultimo di una lunga serie, senza contare i danni devastanti che questi animali provocano alle coltivazioni agricole.
L’urgenza di intervenire per ridurre la popolazione della fauna selvatica è ancora una volta ribadita dal mondo agricolo, che rileva come gli allarmi da parte degli agricoltori siano da troppi anni inascoltati o comunque valutati con leggerezza da parte delle istituzioni.
Secondo stime di Coldiretti i cinghiali in Italia superano oggi il milione di capi, un numero praticamente raddoppiato negli ultimi 10 anni, con danni stimati in 100 milioni di euro all’anno.
«Non si può morire per un cinghiale in autostrada nel 2019» ha detto l’assessore regionale all’agricoltura della Lombardia Fabio Rolfi. «Questi incidenti si potrebbero evitare se la politica nazionale ascoltasse le richieste di chi vive sul territorio».
«Un piano per la gestione della questione cinghiali è necessario e non più rinviabile» ha detto il ministro Gian Marco Centinaio». Vedremo se alle parole seguiranno i fatti.